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Serie A, la richiesta di Spadafora: “Valutate stop immediato del campionato”. Parma e Spal non entrano in campo

La Serie A potrebbe non scendere in campo: le dichiarazioni rilasciate da Vincenzo Spadafora, ministro dello Sport

Mediagol3

Parma-Spal al momento non si gioca.

Il match, originariamente in programma alle ore 12.30 allo Stadio "Ennio Tardini", è stato al momento posticipato di trenta minuti. Qualche istante prima dal fischio d'inizio, infatti, le squadre sono tornate negli spogliatoi. Il motivo? Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha chiesto alla Figc di sospendere il campionato.

"Condivido le dichiarazioni di Tommasi e mi unisco alla sua richiesta - ha dichiarato Spadafora -. Non ha senso in questo momento, mentre chiediamo enormi sacrifici ai cittadini per impedire la diffusione del contagio, mettere a rischio la salute dei giocatori, degli arbitri, dei tecnici, dei tifosi che sicuramente si raduneranno per vedere le partite, solo per non sospendere temporaneamente il calcio e intaccare gli interessi che ruotano attorno ad esso. Altre Federazioni hanno saggiamente optato per uno stop per i prossimi giorni. Credo sia dovere del presidente della Figc, Gravina, un supplemento di riflessione, senza attendere il primo caso di contagio, prima di assumersi questa gravosa responsabilità", sono state le sue parole.

"Del resto, ancora prima che la situazione diventasse così drammatica per il Paese, la Lega di Serie A e Sky si erano già rifiutate di concedere a migliaia di italiani, costretti loro malgrado a restare a casa, di poter vedere in chiaro le partite, nascondendosi dietro presunte difficoltà normative che con l’autentica disponibilità di tutti si sarebbero potute ampiamente superare. Nei vari contatti di ieri, infatti, anche grazie alla collaborazione di Rai e Mediaset, si era arrivati vicini ad una soluzione equa per tutti gli attori e soprattutto di grande conforto per i tanti cittadini appassionati di calcio. E invece sono prevalsi gli interessi economici di realtà che pretendono di godere da sempre di un trattamento privilegiato e che vivono ormai fuori dalla realtà. Le società di calcio piuttosto valutino come superare le clausole vessatorie già all’attenzione dell’Antitrust per provvedere al rimborso degli abbonamenti e dei biglietti venduti per le prossime partite. Prenderò in considerazione nei prossimi giorni ogni iniziava utile anche legislativa per mettere ordine in un mondo che rischia di non rappresentare più valori etici e morali ai quali vorremmo che si ispirasse sempre", ha concluso.

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