Situazione complicata.
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Sagramola: “In Serie D non ci sono le condizioni per riprendere il campionato. Calcio femminile? La FIGC ha sbagliato approccio”
"Trovo curioso che si mostrino così negativi nei confronti della Serie A, hanno le massime garanzie e fin dal 4 maggio secondo me avrebbero permesso agli atleti di allenarsi"
Il mondo del calcio continua a restare fermo e da parte del governo è arrivata la decisione di proseguire col divieto degli allenamenti, anche se svolti in maniera individuale. Se la Serie A prova in qualche modo a cercare la soluzione per tornare in campo e completare la stagione, nei campionati minori ogni giorno diventa sempre più improbabile una ripresa dei tornei.
Per quanto concerne la Serie D si è espresso l'amministratore delegato del Palermo, Rinaldo Sagramola: "Temo non ci siano le condizioni a questi livelli - ha spiegato l'ad rosanero ai microfoni di Tuttomercatoweb -. Noi saremmo pronti a far fronte agli oneri, però oggettivamente credo che nelle categorie inferiori si potrà riprendere con difficoltà. Trovo curioso che si mostrino invece così negativi nei confronti della Serie A, hanno le massime garanzie e fin dal 4 maggio secondo me avrebbero permesso agli atleti di allenarsi. La trovo una discriminazione ingiustificata".
Il dirigente della società di viale del Fante si è anche soffermato sul calcio femminile, progetto che sta molto a cuore alla proprietà del Palermo, composta dal duo Mirri-Di Piazza: "Sapete purtroppo che il vecchio Palermo è fallito, ora noi abbiamo la responsabilità di farlo ripartire, e nel progetto c'è anche la squadra femminile, per dare impulso a una divisione che può rappresentare un'opportunità per chi fa calcio".
"Mi permetto di dire che la FIGC, pur nel meritorio obiettivo di incentivare l'attenzione, ha sbagliato approccio, ponendo obblighi alle società di tesserare le bambine, facendo vivere un certo fastidio a chi ancora è poco abituato a ragionare in termini femminili - ha sottolineato Sagramola -. Un approccio diverso, con incentivi più che obblighi, avrebbe potuto portare maggiore entusiasmo. Io all'epoca ero al Brescia, e quando arrivò quest'obbligo facevamo fatica. E la squadra femminile già è un impegno economico comunque considerevole. La nostra proprietà ci tiene particolarmente allo sviluppo del settore femminile", ha concluso l'amministratore delegato della società rosanero.
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