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Sagramola: “Ecco come è nato il Palermo di Mirri e Di Piazza, progetto appassionante”

L'amministratore delegato del Palermo ha raccontato l'origine del progetto di Mirri e Di Piazza

Mediagol22

Il nuovo Palermo sulle ali dell'entusiasmo.

Il presidente Dario Mirri, il vice Tony Di Piazza e l'amministratore delegato Rinaldo Sagramola hanno costruito da zero il nuovo club rosanero, che già dalla prima giornata ha dimostrato di poter subito raggiungere l'obiettivo della promozione in Serie C.

Intervenuto ai microfoni di Tuttomercatoweb.com, Sagramola ha svelato tutti i retroscena legati alla creazione del nuovo Palermo, avvenuta soprattutto grazie alla passione di Mirri: "Sono stato coinvolto sin da subito da Mirri, attuale azionista, che già a febbraio aveva tentato di salvare il club. Inizialmente versando gli stipendi di novembre-dicembre, per evitare la penalizzazione, poi per rilevare il club. C’è un’antica conoscenza, con Dario, mi chiamò ai tempi e mi chiese se potessi accompagnarlo in questo approccio. Poi le cose vanno come tutti sanno, il club viene ceduto a Tuttolomondo, in quel momento pensavamo di fare una squadra sull’onda della Lodigiani, mia precedente esperienza, con un bel settore giovanile. Così, per divertirci. La mancata iscrizione del club, a giugno, ha cambiato tutto. Era giusto mettersi in discussione come soggetto, indicato poi dal Comune, per ricominciare. Per presentare la continuità storica del calcio cittadino. Poi è arrivato Di Piazza, italoamericano molto attento alle vicende palermitane. Lui ha mantenuto l’affetto della regione di provenienza, è appassionato di sport. C’è stata intesa tra lui e Mirri sul modus operandi. È una vicenda che ho seguito dal primo giorno, mettendo giù programmi poi premiati. C’erano altre cordate che si sono proposte, ma non le conosco. Quella dell’assegnazione è stata la prima partita vinta. Sono sempre stato bene qui, è la quinta città d’Italia, c’è una passione sana da parte dei tifosi. Si può fare calcio a buon livello, anche ottimo, come ha fatto Zamparini nei suoi momenti migliori. Il progetto era appassionante, ricostruire dalle fondamenta. All'inizio non c'era nulla, nemmeno gli uffici, il sindaco ha intimato lo sgombero. C’erano ventisette persone, ora siamo in cinque, al Barbera: ci siamo impegnati ad assumere le persone della vecchia società, chiaramente a parità di qualifiche. All’inizio ci appoggiavamo negli studi della società di Mirri, anche ora lo stabile è parzialmente occupato dalla vecchia società. Mobilia e documenti, non abbiamo la disponibilità totale dell’impianto. Siamo partiti da zero. Lo ripeto, da zero. Ma è stato molto stimolante. Il motore di un’azienda calcistica è la società, la squadra rappresenta le ruote. Cito personaggi più famosi di me. Qui abbiamo ricostruito il settore giovanile, selezionando giocatori tra 1200 ragazzi. Abbiamo cinque squadre, non era facile dopo il fallimento, visto che tutti erano andati per i fatti loro".

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