Andrea Rispoli è ufficialmente un giocatore svincolato.
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Rispoli: “Arkus Network non mi ha mai convinto, vi spiego perché. Bisogna tutelare il Palermo”. E sul mancato rinnovo…
Andrea Rispoli, ormai ex difensore del Palermo, traccia un bilancio delle ultime annate trascorse al club di viale del Fante
Il contratto del difensore con il Palermo è scaduto ieri. La sua avventura in rosanero si è conclusa dopo ben quattro anni e mezzo.
Il terzino originario di Salerno, intervenuto ai microfoni di TuttoMercatoWeb, ha tracciato un bilancio dell’ultima turbolenta annata del club di Viale del Fante, tra vicissitudini sul campo ed extra-campo, che non ha ancora avuto lieto fine: “L’obiettivo della squadra da quando siamo andati in B è sempre stato quello di provare a portare il Palermo in Serie A, anche se gli ultimi anni sono stati complicati perché siamo andati incontro a tanti punti interrogativi.Arkus Network? Oltre alle chiacchiere non hanno mai dimostrato nulla. Ci avevano dato grandi rassicurazioni e poi è venuto fuori quello che sappiamo tutti. Palermo non merita questo. Negli ultimi anni la dignità è stata calpestata abbondantemente. Diecimila cambiamenti societari, tante incognite, tanti punti interrogativi. Mancata iscrizione? Non ce l’aspettavamo dopo tante chiacchiere. Avevano preso Marino, un allenatore importante che avrebbe fatto bene. Poi tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo il mare”.
La permanenza al Palermo non è mai stata del tutto contemplata da Andrea Rispoli, a causa dei numerosi cambiamenti ai vertici della società: “Mi avevano proposto il rinnovo già durante l’era Zamparini.Poi a gennaio mi era stata fatta un’altra proposta ma non avevo fiducia nella nuova proprietà inglese. Nonostante Stellone avesse provato a mediare cercando di convincermi, sapevo e pensavo che gli inglesi non dessero garanzie. Negli ultimi anni Baccaglini, i tanti direttori sportivi, gli inglesi, le nuove proprietà... La salvezza contro il Verona all’ultima giornata, la mancata promozione dell’anno scorso dove ci hanno rubato la finale, abbiamo visto di tutto. Quest’anno già a febbraio c’era il rischio che gli stipendi saltassero. Non siamo riusciti ad andare in A, ci giocavamo il terzo posto e poi è arrivata la sentenza che ci ha tolto i playoff. La promozione sarebbe stata ossigeno. La nuova proprietà non mi ha mai ispirato fiducia, né loro e né gli inglesi. Chi ha fatto di tutto, forse più delle sue competenze, è stato Rino Foschi: ha dato l’anima per il Palermo. Procedimenti legali? Quello che farà tutta la squadra per me andrà bene. Seguirò le decisioni del gruppo. Al di là dei nostri stipendi è fondamentale tutelare tutti i dipendenti della società. Bisogna tutelare tutto il Palermo Calcio”.
Infine, sul futuro:
“Ci penserà il mio procuratore. Intanto penso alla famiglia, al matrimonio imminente. Ci sono varie situazioni. Decideremo insieme al mio agente. Chiaramente mi auguro di tornare in Serie A, vedremo”.
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