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Ripresa campionati, Pasqual: “Lega e la FIGC hanno la volontà di ripartire. Protocollo? Non tutti sono d’accordo”

Le dichiarazioni di Manuel Pasqual, ex giocatore e attuale opinionista sportivo, sul futuro dei campionati

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Parla Manuel Pasqual.

L'ex terzino della Fiorentina e attuale consigliere dell'Associazione italiana calciatori, intervenuto ai microfoni di TMW Radio durante la trasmissione Stadio Aperto, si è espresso in merito a diversi argomenti riguardanti la ripartenza dei campionati: "La UEFA e la FIFA hanno dato indicazioni chiare, vorrebbero che le federazioni provassero a concludere i campionati. Non è semplice, anche in Italia si aspetta la decisione di qualcun altro e nessuno vuole mettere la parola fine, perché magari si spera che il contagio cali e si possa riaprire. Questi quindici giorni saranno un buon banco di prova per vedere come si comportano gli italiani, ma non dobbiamo farci condizionare dagli altri: per una Francia che si ferma c'è una Germania che ha già messo le date di ripartenza. Affidiamoci ai nostri scienziati".

LEGA E GOVERNO - "Sicuramente la Lega e la FIGC hanno la volontà di ripartire, ma a livello governativo non si vogliono prendere la briga né di dire stop né di ripartire. Se il Governo dà l'ok alla ripartenza, e ricomincia la contaminazione, qualcuno può puntare il dito. Sì, il calcio è un'azienda ma ci sono tante aziende che sono in grande difficoltà che stanno provando a trovare una soluzione. Il protocollo non è stato accettato, anzi dovrà essere modificato... Ma allo stesso tempo nessuno si prende le responsabilità. Fermare il calcio significa fermare un azienda che ricava milioni di euro. Si pensa ai giocatori e basta ma non è così, ci sono tantissime aziende intorno al calcio: servizi, sponsor, catering, il mondo giornalistico... Migliaia di persone. Dire stop non è così facile".

PROTOCOLLO - "Non tutti i calciatori son d'accordo, non viaggiano sulla stessa lunghezza d'onda. Chi vive al sud non ha la stessa percezione della gravità che si ha al nord, ed è normale che le opinioni siano diverse. Nessuno può mettere in sicurezza i giocatori al 100%, e durante l'ultima riunione con uno dei medici mi son permesso di chiedere se, alla fine del ritiro, i calciatori potranno andare fuori a fare la spesa. E se si trova un positivo che si fa, si fermano le avversarie di quella squadra? E non c'è una risposta, l'idea loro è di bloccare il giocatore, ma i compagni in teoria dovrebbero stare in isolamento. Se non si vogliono rischi fermiamo tutti aspettando tempi migliori, un vaccino. Nel momento in cui viaggi emerge un'altra problematica, non so quali modifiche vorrà il ministro Spadafora ma la sicurezza assoluta non ci sarà sicuramente".

POSSIBILE DATA - "Calcolando che anche nei decreti c'è parecchia confusione. L'altra sera per esempio ascoltavo Conte ed ero convinto che dal 4 maggio ripartisse l'attività per i calciatori professionisti, il giorno dopo esce il decreto e gli sport di squadra ripartono il 18. Non so quale sia la scelta migliore, sicuramente chi fa parte del mondo calcio è più esposto. Se ripartisse sarei più contento, si tornerebbe a vedere lo sport e vorrebbe dire che a livello sanitario si sono fatti passi avanti. Io pure tornerei a lavorare. Con AIC abbiamo fatto un sondaggio anonimo, e non c'è categoria che non sia divisa".

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