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PSG, Cavani torna a Napoli ma solo in Tribunale: l’ex factotum fa causa al Matador, l’accusa…

Giuseppe Spinosa, ex collaboratore del bomber uruguaiano durante la permanenza a Napoli, pretende un risarcimento di circa 100.000€ per delle prestazioni pagate in nero e un licenziamento in tronco senza giusta causa

Mediagol97

Edinson Cavani è stato convocato stamane a Napoli, ma sfortunatamente per i tifosi partenopei non per calciare il pallone in rete al San Paolo o per un viaggio di piacere nel capoluogo campano.

Il calciatore del Paris Saint-Germain infatti, è stato convocato da un Giudice del Tribunale del Lavoro, in merito a una causa in corso intentata dal suo ex factotum proprio ai tempi della militanza in terra campana, Giuseppe Spinosa.

L'ex collaboratore, oggi 63enne e residente vicino a Napoli, sua città d'origine, è stato per ben tre anni il "tuttofare" del bomber uruguaiano, del quale ha curato gli interessi ed aspetti che riguardano principalmente la vita privata. "Una collaborazione 24 ore su 24", aveva dichiarato a settembre ai taccuini di "Cronache di Napoli" Spinosa in merito alla vicenda, prima di decidere di citare in giudizio l'ex attaccante del Palermo con l'accusa di prestazioni pagate in nero e un licenziamento in tronco senza una giusta né motivata causa: "Circa due anni fa, dopo tre anni di collaborazione continua, Cavani decise di non avvalersi più delle mie prestazioni. Chiesi spiegazioni, ma l'uruguaiano non ha mai voluto dirmi il perché del licenziamento. Nel giro di 24 ore mi sono trovato senza lavoro, mi ha fatto una promessa che non ha mai mantenuto. Eppure eravamo molto legati...". 

"Gli contesto il fatto - continua l'ex collaboratore - di aver pagato le mie prestazioni in nero e di avermi tolto il lavoro senza una valida motivazione. L'ho chiamato in giudizio soltanto per la parte che mi spetta per i servizi svolti in Italia. Si tratta di una collaborazione di tre anni, 24 ore su 24. La nostra collaborazione è terminata due anni fa. Cavani non mi ha mai detto il perché della sua decisione. Credo, però, che abbia deciso di fare a meno di me su pressione esercitata dal fratello Walter Guglielmone e dalla madre Berta. Loro stanno con lui, perché sono attaccati ai soldi. Quando giocava nel Napoli era una persona gentile, affabile. Il nostro rapporto era idilliaco". 

"Io lavoravo col Napoli. Quando ebbe problemi con il club azzurro, Cavani mi chiese di aiutarlo nelle sue faccende. Poi, una volta trasferitosi a Parigi, l'uruguaiano è cambiato. Da quando ha iniziato a guadagnare tutti quei soldi, non è più umile come una volta. Di cosa mi occupavo? Di tutto. Gli facevo da autista. Gli pagavo le bollette. Prima della separazione, mi occupavo anche della moglie e dei suoi bambini. Per Cavani mi rendevo reperibile 24 ore su 24".

I servizi resi da Giuseppe Spinosa, sono stati a sua detta debitamente remunerati ma mai dichiarati e dunque pagati in nero, da qui la volontà di citare il calciatore del PSG in giudizio, per lavoro dissimulato e licenziamento immotivato. L'avvocato dell'ex factotum del Matador ha richiesto un risarcimento di circa 100.000€ e oggi l'attaccante della Nazionale uruguaiana dovrebbe presentarsi al Tribunale del Lavoro di Napoli per rispondere alle domande del Giudice in merito alla "spinosa" questione.

Di Valerio Cracchiolo