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Pelagotti: “Palermo? A mia moglie avevo detto una cosa. Voglio la A qui, Santana è ancora devastante. Rompo le scatole a…”

L'estremo difensore rosanero Alberto Pelagotti torna a parlare della scelta di sposare il progetto Palermo tra i dilettanti

Mediagol22

Alberto Pelagotti ha scelto il Palermo.

L'estremo difensore, che ha alle spalle una lunga carriera tra i professionisti, ha giurato amore eterno al club del duo Mirri-Di Piazza, rinato dalle ceneri quest'estate a seguito del fallimento della vecchia società.

Il portiere rosanero, intervenuto ai microfoni di TMW, è tornato a parlare delle motivazioni che lo hanno spinto a sposare il progetto dei siciliani: "Me lo ha chiesto mia moglie, dove volessi andare. A Palermo, ho risposto. L'idea è nata mentre ero al bar, una mattina. Ho detto “spero mi chiami il Palermo”. Ed è arrivato davvero, pur non avendo nessun sentore. Non avevo sognato nulla, solo ci speravo. Il pomeriggio mi ha chiamato Castagnini, dal nulla. Ci speravo tanto. Avevo già lavorato con lui e Sagramola, a Brescia. Speravo potesse nascere questa cosa, ero incuriosito dal progetto, stimolante, spero vincente. Alla fine la chiamata è arrivata, non ho esitato nemmeno un secondo. Avevo richieste dalla B, ma per come sono fatto io… non so se sia maturato, ma volevo un progetto, non giocare per salvarmi o metà classifica. Fosse arrivata una squadra veramente forte ok, ma non è successo. Così ho preferito questa scelta per un futuro importante qui. L'obiettivo è centrare la promozione, possiamo dire la nostra in questo campionato, nonostante qualche difficoltà. Dobbiamo fare un boccone di questa Serie D, poi ci mettiamo al tavolo e i direttori costruiranno una squadra per vincere la C. Sono sicuro al 100%. Voglio rimanere qui tanti anni e arrivare in Serie A. Di questa città mi ha colpito il calore. Io sono di Empoli e certe dinamiche si sono perse, da noi è passato di moda il fatto di dare una mano alle persone. Qui c’è il valore della famiglia, dell’amicizia".

A proposito, invece, dei compagni che aveva conosciuto in precedenza: "Conoscevo Santana. Mi ha impressionato, è ancora un giocatore devastante, altamente sopra la categoria. Gli altri sono tutti bravi, lavorano bene, i giovani si mettono a disposizione di noi anzianotti. Il plauso va a tutti. Con Martinelli, Lancini e Accardi ho giocato a Brescia. Poi sono rimasto colpito dalla qualità di Felici. Io gli rompo le scatole, si può dire? Gli sto addosso perché può dare tanto tanto tanto di più. Ha le qualità tecniche per giocare in un’altra categoria, ma se non lavora… rimane un giocatore normale".