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Palermo-Troina 0-0: al “Barbera” va in scena il festival degli sprechi, i rosa falliscono due rigori e non vanno oltre il pari…

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PRIMO TEMPO - Ultima gara dell'anno al "Barbera" e giro di boa del torneo di Serie D.

Il Palermo, capolista del girone I del campionato, vuole chiudere con una vittoria davanti al proprio pubblico per tenere a debita distanza un Savoia in vertiginosa ascesa nell'ultimo scorcio di stagione. Pergolizzi opta per il 4-3-3 contro il Troina guidato dal palermitano Boncore tra le formazioni più quadrate e brillanti della categoria. Pelagotti tra i pali, linea difensiva che torma all'assetto standard nei suoi interpreti: Doda e Vaccaro esterni bassi, Lancini-Crivello tandem di centrali. Martin è il polo catalizzatore in zona nevralgica, Martinelli e Kraja intermedi a completare il reparto. Tridente offensivo orfano del lungodegente Santana, Felici e Ficarrotta sono gli estremi larghi a supporto di Ricciardo.

Come consuetudine nelle apparizioni casalinghe,  i rosanero cercano di partire forte, prendendo subito in mano il pallino del gioco. Ficarrotta pare elettrico e particolarmente ispirato, un paio di accelerazioni dell'ex Marsala bruciano il diretto marcatore sulla corsia e culminano in invitanti cross su cui Ricciardo giunge con un attimo di ritardo. La fascia destra sembra produrre i meccanismi più fluidi in sede di spinta: quando Doda si distende in percussione, Ficarrotta stringe verso il centro, i due combinano con profitto sullo stretto ed il Troina fatica ad arginarli in sede di copertura. Paradossalmente l'occasione più ghiotta la confezionano gli ospiti: una leggerezza di Vaccaro ispira il lob di collo esterno di Fernandez che per poco dal limite non beffa Pelagotti. Neanche il tempo di tirare un sospiro di sollievo, che il Palermo si trova al cospetto del primo potenziale crocevia del match. Doda ubriaca, a suon di finte e sterzate, l'avversario che lo stende in area di rigore. Ricciardo si presenta dal dischetto e calcia dagli undici metri come peggio non si potrebbe.: puntata centrale e portiere che neutralizza la conclusione, venendo di fatto colpito dal centravanti rosanero. Per una decina di minuti la squadra di Pergolizzi accusa il colpo e perde smalto e brillantezza. Al minuto trentadue, Crivello pesca Ficarrotta alle spalle della linea difensiva ospite, lo stop di petto dell'esterno offensivo manda a vuoto Calandra in uscita ma il suo tocco col piatto mancino non centra la porta sguarnita. Il primo tempo si chiude a reti bianche.

 

SECONDO TEMPO -  L'avvio di ripresa è caratterizzato dal medesimo copione della prima frazione. Palermo a menare le danze, Troina disciplinato e vigoroso nell'applicazione della fase di non possesso a protezione di Calandra. Martin prova a bucare la densità ospite con un'imbucata su cui Ricciardo arriva con un attimo di ritardo sull'uscita dell'estremo difensore ospite. Lancini svetta bene, ma la sua incornata non trova la porta, su punizione calibrata da Martinelli. L'ennesimo guizzo di Ficarotta rompe il raddoppio di marcatura sulla corsia, l'ex Marsala calibra un buon cross con il piede debole e Martinelli trova il muro difensivo ospite a salvare in extremis sul mancino a colpo sicuro. Gli assoli di Ficarrotta costituiscono l'unico tema offensivo di un Palermo che fatica a far breccia nel dispositivo difensivo coniato da Boncore, l'attaccante esterno palermitano invita alla conclusione Ricciardo che incrocia chiudendo troppo il diagonale con il destro. Lancini si conferma il più pericoloso dei suoi nel gioco aereo: ancora palla inattiva firmata Martinelli, ancora stacco imperioso ma impreciso del numero 19 di Pergolizzi. Ficarrotta salta l'uomo con una facilità disarmante, altro dribbling ed ennesimo cross che Martinelli gira fuori di un soffio con il destro.  Pergolizzi richiama Kraja per Rizzo Pinna e conia una sorta di 4-2-3-1 per cercare di allargare le maglie serrate della difesa del Troina, Tentativo di stravolgere l'inerzia tattica di un match che sembra complicarsi progressivamente. Lancini prova a cercare Felici in profondità, il gioiello di proprietà del Lecce sfrutta un buco della difesa ospite ma calcia troppo centrale.  La retroguardia di Boncore applica con ottima sincronia l'onda elastica difensiva, lasciando spesso e volentieri in offside gli attaccanti rosa. Ficarrotta  si becca un giallo per una presunta simulazione a cinque minuti dal novantesimo. Il risultato non si sblocca e Pergolizzi gioca la carta Sforzini in luogo dell'ottimo Ficarrotta negli ultimi scampoli di gara. 

Felici taglia la difesa ospite in percussione e si guadagna in pieno recupero il secondo calcio di rigore di giornata. Stavolta è Sforzini ad incaricarsi di calciare dal dischetto ma la musica non cambia: dopo il penalty fallito da Ricciardo, anche l'ex Avellino si fa ipnotizzare da Calandra sprecando un vero e proprio match-point. Il triplice fischio del direttore di gara pone fine alle speranze di vittoria dei padroni di casa. Dagli spalti del "Barbera" piove per la prima volta qualche fischio di frustrazione e delusione nei confronti della compagine di Rosario Pergolizzi,

 

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