serie c

Palermo, il nodo centro sportivo: Di Piazza detta le sue condizioni, Mirri e l’acquisto delle quote….

Braccio di ferro perenne tra i due soci di Hera Hora: le ultime sul centro sportivo e il futuro del club

Mediagol8

Grandi manovre.

Il Palermo scruta l'orizzonte e lavora alacremente per preparare la prossima stagione calcistica. Smaltita la soddisfazione per la ratifica del salto di categoria, con la promozione assegnata d'ufficio a causa dello stop forzato figlio dell'emergenza Covid-19, il club rosanero è intento a gettare le basi per il futuro.

Tanti i nodi ancora da sciogliere. La spinosa questione legata alla concessione dello stadio "Renzo Barbera", che dovrebbe trovare positiva risoluzione entro la metà di luglio, l'individuazione definitiva dell'area in cui sorgerà il nuovo centro sportivo della società rosanero e la definizione del relativo piano di investimento, l'allestimento di un organico in grado di competere fin da subito per la promozione in Serie B. Come più volte ribadito dall'amministratore delegato, Rinaldo Sagramola, il profilo del nuovo allenatore è già stato selezionato e non ancora annunciato per ovvie ragioni temporali e di opportunità. Salvo clamorosi ed obiettivamente improbabili ripensamenti, l'erede di Pergolizzi risponderà al nome di Fabio Caserta. L'ex centrocampista di Catania e Palermo, tra le altre, siede sulla panchina della Juve Stabia, compagine attualmente impegnata nel torneo cadetto.

L'elemento di maggiore criticità, ad oggi foriero di significative incognite, permane l'epilogo in termini sostanziali e di modalità della querelle tra Dario Mirri e Tony Di Piazza. I motivi del contendere alla base della profonda divergenza di vedute e posizioni tra il presidente del Palermo e l'immobiliarista italoamericano sono ormai noti. Temi variegati sui quali i due soci hanno palesemente mostrato letture antitetiche, rivelando una distanza siderale e trasversale in ambito di filosofia imprenditoriale, metodi di gestione, strategia comunicativa. L'interpretazione del ruolo da parte della figura dell'Ad Rinaldo Sagramola, dirigente accentratore e plenipotenziario designato dall'azionista di maggioranza, a fungere da principale pomo della discordia tra le parti. Il mancato coinvolgimento ed il marginale peso specifico nelle scelte strategiche del club, unitamente a presunte intese verbali poi non certificate in seno allo statuto della controllante, hanno progressivamente alimentato l'insofferenza di Di Piazza fino a culminare nelle dimissioni dello stesso dalla carica di vicepresidente. Lo svilimento operativo e sostanziale del profilo di Gianluca Paparesta, dirigente di riferimento di Di Piazza, ha ulteriormente acuito il disappunto del proprietario del 40% delle quote di Hera Hora. Dal canto suo, la famiglia Mirri non ha mai particolarmente apprezzato  sovraesposizione ed attivismo social dell'immobiliarista italoamericano, contestandone stile ed opportunità. L'imprenditore pubblicitario palermitano ha più volte rivendicato rapporti di forza, autonomia decisionale e posizione dominante in qualità di socio di maggioranza, concetti ribaditi con il consueto garbo ma con altrettanta risolutezza Le schermaglie mediatiche seguite al CdA che ha sancito la definitiva rottura sono state piuttosto esplicative in merito allo stato dei rapporti interpersonali tra le parti.

Separati in casa, al netto delle dichiarazioni di prassi, con margini di ricucitura praticamente inesistenti. Situazione complessa, per molti versi imbarazzante, con una convivenza forzata in atto tra due imprenditori concettualmente agli antipodi, razionalmente impegnati a tutelare il rispettivo investimento e la stabilità del club per non impoverirne appeal e potere contrattuale. Tuttavia, entrambi sono perfettamente consapevoli che la scissione del binomio costituirà soluzione inevitabile e, stante così le cose, contestualmente la più saggia nell'interesse del club e dei rispettivi interlocutori. Trovare la via d'uscita è impresa tutt'altro che semplice e scontata.

Secondo indiscrezioni raccolte da Mediagol.it, nonostante la pubblica manifestazione di intenti in sede di conferenza stampa, Dario Mirri non avrebbe ancora formulato un'offerta per rilevare il 40% delle quote della società detenute dal socio di minoranza. Non sarebbe partita, ad oggi, neanche una bozza di trattativa tra i rispettivi team di legali. Nessun contatto effettivo tra i due artefici della rinascita del calcio a Palermo per negoziare un principio di svolta. Consulenti ed avvocati dell'ex vicepresidente sarebbero in attesa di vagliare a breve un paio di proposte terze, frutto di approfondite interlocuzioni verbali, che dovrebbero essere formalizzate a breve. Di Piazza non ha fretta né impellenza di cedere le sue quote. La sua volontà di compiere, suo malgrado, un passo indietro permane comunque immutata. Reperire un soggetto solido, affidabile, in grado di garantire un significativo contributo economico e progettuale al club, costituisce un must assoluto per l'immobiliarista statunitense. L'ex vicepresidente non vuole deludere in nessun modo la nutrita schiera di tifosi rosanero che ha manifestato affetto, gratitudine ed apprezzamento nei confronti della sua figura e del suo operato.

Per quanto concerne la realizzazione del centro sportivo, la posizione di Di Piazza appare piuttosto chiara. L'attuale socio di minoranza di Hera Hora ha manifestato tramite una lettera inviata a Dario Mirri la sua volontà: l'immobiliarista sarebbe disposto a partecipare al progetto infrastrutturale nel caso in cui l'investimento fosse compreso nel capitale sociale inizialmente sottoscritto e deliberato in sede di atto costitutivo (15milioni di euro ripartiti in proporzione alle rispettive quote) del soggetto giuridico controllante. In assenza di svolte a breve che sanciscano la sua uscita di scena, nonostante dissidi, frizioni ed acclarata incompatibilità, Di Piazza è fermamente deciso a mantenere l'impegno economico versando i restanti 4,2 milioni (2,8 sono già stati versati) dei 6 di sua pertinenza, nei tempi prestabiliti. Tuttavia, il consigliere di amministrazione non avrebbe alcuna intenzione di immettere nuovi capitali in una società creata ad hoc per finanziare il centro sportivo, alimentando la partnership con un socio con il quale vige una distonia radicale. Torretta sembra ormai essere il prescelto come sito idoneo ad ospitare il nuovo quartier generale dell'area tecnica rosanero. Accantonata per ragioni logistiche e burocratiche l'ipotesi Piana degli Albanesi, comune la cui candidatura sarebbe originariamente stata vagliata dallo stesso Di Piazza lo scorso agosto, in seguito ad una serie di interlocuzioni con il sindaco Rosario Petta, e quindi posta con un'accurata relazione all'attenzione della dirigenza di Viale del Fante.

tutte le notizie di