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IL CERCHIO DI BALDINI

Palermo, Baldini e la Panchina D’Oro: le strade che dividono e l’amore che unisce

Palermo
Baldini chiude il cerchio d'amore con Palermo griffando la storia del club

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di Leandro Ficarra

Un moto puro e spontaneo a suggello di un sentimento che valica i confini dell'universo calcio. Un gesto d'amore, riconoscenza e appartenenza che va oltre le scelte di pancia, le divergenze concettuali, i percorsi professionali dipanatisi su sentieri difformi lo scorso 27 luglio.

Silvio Baldini e il Palermo. Un legame profondo, viscerale e indissolubile. Il tecnico di Massa griffa per sempre il suo nome ed il suo cuore nella gloriosa storia del club rosanero. Cristallizza un sentimento vero, pulsante e tumultuoso, impossibile da relegare solo sugli almanacchi. Dopo aver totalizzato oltre la metà degli 83 punti con cui il Palermo trionfò nel  campionato cadetto 2003-2004, prima che l'aspro diverbio con Zamparini gli costasse l'esonero a metà del viaggio con direzione Serie A, Baldini ha atteso con pazienza e fede ben diciotto anni, prima di godere di una seconda chance dal destino.

Con leadership, competenza, carisma e straordinaria capacità motivazionale, il coach toscano ha capitalizzato al meglio l'intuizione brillante del presidente, allora patron, Dario Mirri, che individuò a Natale 2021 il suo profilo come l'unico in grado di scuotere, ricompattare e valorizzare un Palermo fin troppo opaco e discontinuo nell'ultima parte della gestione Filippi. Impetuosamente e fuori da ogni schema, Baldini ha compiuto il suo capolavoro tattico, mentale e sociologico. Il suo 4-2-3-1 come marchio di fabbrica, spartito di un calcio propositivo, intenso e verticale. Feroce agonisticamente e a tratti arrembante. Espressione corale esaltata ed impreziosita dalle performances strepitose di una serie di individualità divenute progressivamente squadra, nell'accezione più granitica e virtuosa del termine. Alchimia perfetta. Nell'anima e nello spirito. Nelle testa e nelle gambe. Sul rettangolo verde come nel chiuso di uno spogliatoio. Vittorie sporche, prestazioni spumeggianti e di grande personalità, qualche caduta rovinosa.

Gli sfoghi adrenalinici e le iperbole dialettiche del mister a fare da mastice e psicotonico. Viatico di una dirompente seconda parte di regular season, preludio di una cavalcata sontuosa ai playoff, letteralmente dominati fino all'apoteosi del 12 giugno nella finale di ritorno contro il Padova. Aneddoti, fede, spiritualità. Baldini talmente vero e senza filtri da risultare spiazzante, spesso disarmante, nella sua complessa semplicità.

Conoscenze,  preparazione e background professionale di assoluto rilievo. Una concezione romantica, poetica e rurale del calcio, quell'indole selvaggia e bizzosa di chi vive solo nel microcosmo del suo essere. Bizzarro, istintivo e imprevedibile. Allergico a protocolli rigidi e perimetrali del calcio business 2.0. La separazione, estemporanea quanto fisiologica e preventivabile, dal nuovo Palermo targato City Football Group. Emisferi in antitesi.

Un patriarca ascetico di un calcio che non c'è più ma suggestiona sempre. Magnetismo, pulsioni, sincronia di cuori e anime ad alimentare diagonali, pressing e verticalizzazioni. La quadra umana ed emotiva base imprescindibile per declamare il suo mantra calcistico sul manto erboso. Ricetta antica, linfa vitale di un calcio moderno. Vincente e trascinante quando connessioni interiori e congiunzioni astrali si incastrano in un angolo di pura magia. Purosangue talentuoso, eccessivo, indomabile. Impulsivo, spesso anarchico, istrionico, a suo modo geniale. Impossibile da confinare nel recinto di logiche aziendali, algoritmi, metodologie scientifiche proprie al calcio moderno.

Centrando la promozione in Serie B, Baldini ha comunque incastonato un focale tassello nel mosaico rosanero.

Trionfo di un passato che consolida il presente e schiude l'orizzonte del futuro. Managerialità, competenza, e statura imprenditoriale del CityFootball Group lo renderanno auspicabilmente fulgido e maestoso. Edificando un progetto lungimirante, trasversale ed ambizioso, alba di un percorso che restituirà al Palermo un posto di pregio nell'Olimpo del panorama calcistico italiano ed internazionale. Una strada conforme alla levatura mondiale della holding inglese di proprietà araba ed alla gloriosa storia del club.

Con immenso orgoglio ed emozione profonda, Baldini oggi è tornato al Barbera. Il suo teatro dei sogni. Col pudore e quel pizzico di imbarazzo di chi, quasi, ha il timore di disturbare. La Panchina D'Oro donata al Museo del club. Poche parole, tanti abbracci. L'amore trascendente, oggi quasi sussurrato, che tracima fiero dal bagliore del suo sguardo. Gli occhi non mentono. Il cuore che va forte quanto le gambe dei suoi ragazzi nell'arena dei playoff.

L'incontro affettuoso con Mirri, la consegna del suo premio che lui vuole diventi patrimonio della città che ama. Celebrazione di condivisione e riconoscenza, valori emblema del concetto di sport nella sua accezione più pura. La forza del Noi che si insinua nel mondo dell'Io . Una voce fuori dal coro che riecheggia nel pianeta calcio. Tendenzialmente individualista, talvolta cinico, non eticamente irreprensibile nella sua esasperante competitività.

La firma ideale che incide il suo nome nella storia del club. Idealmente apposta al Palermo Museum, tempio laico che custodisce cimeli e trofei dell'epopea rosanero. Senza inutili dietrologie e sterili rimpianti,  Senza cadere nel tranello di rivangare divergenze, torti e ragioni, di una separazione brusca e dolorosa. Perfettibile nei modi e nei tempi, ma inerziale e razionalmente inevitabile. Concettualmente, nel merito e nella sostanza.

Ciò che doveva essere è magnificamente stato. Tutto, davvero, bellissimo. Dopo l'incrocio suggestivo tra passato e presente, ognuno torna al suo posto. Imbocca il suo sentiero e vive il suo tempo. Giusto così. Il Palermo di Corini prepara la sfida alla Ternana e guarda dritto e baldanzoso in direzione playoff.  Consapevole del lodevole spessore del suo organico e della straordinaria levatura della sua nuova proprietà.  Solida, ambiziosa, qualificata e di alto lignaggio sotto il profilo tecnico e dirigenziale, oculata ed illuminata sul piano imprenditoriale.

Il City Football Group lavora con un acume e visione per regalare al Palermo il domani prestigioso che merita. Silvio sorride e sale sul suo pick-up, riprendendo il viaggio nel suo eden, affascinante e controverso, fatto di emozioni, tormenti, grovigli. Palpiti e sentimenti. Felice come un bimbo al Luna Park, si dondola sull'altalena di incrollabile fede e profonda spiritualità. Con la sua anima a decriptare i segnali del vento, che spira e ispira i suoi pensieri.  Bussola che lenisce il bruciore delleferite, indicandogli la sua direzione.  Ancora intriso dal profumo, dolce ed inebriante, di quelle notti magiche al "Barbera".

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