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Mirri: “Piango spesso per il Palermo, il desiderio è la Serie B in tre anni. Pensando a Renzo Barbera…”

L'intervista al presidente del club rosa, Dario Mirri: "Il giorno della vittoria del bando mi si è aperto un mondo, ricordo l'emozione del mio socio Tony Di Piazza"

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'Papà per favore chiama zio, digli che Vito(Chimenti ndr.) è il nostro idolo e che non può andar via'. Zio disse a papà: 'Consola tuo figlio, digli che i calciatori passano, i presidenti anche, il Palermo resta'. E per me quello resta il manifesto della grandezza di Renzo Barbera. Infatti, quando Zamparini cedette Dybala capii. Ho una missione, sono il presidente del club che adoro. E pensando a Renzo Barbera non posso che avere un milione di motivazioni per arrivare fino in fondo ai desideri

Così Dario Mirri, intervistato da Il Corriere dello Sport, ricorda quando nel 1979 (aveva 8 anni) scoprì che suo zio aveva ceduto Vito Chimenti. Nel corso del proprio intervento, il presidente del Palermo ha spiegato come la figura di Renzo Barbera lo ispiri nel raggiungere gli obiettivi prefissati sin da quando ha preso in mano la società rosanero, dichiarando inoltre di aver pianto spesso per la squadra del suo cuore, sia da presidente che da tifoso. Di seguito un estratto delle dichiarazioni rilasciate dall'imprenditore palermitano in merito a tali argomenti e non solo.

Quali desideri?

"La Serie B presto".

Firmerebbe per arrivarci in quattro anni?

"No, sono troppi. Facciamo uno sconto, in tre va bene".

Il 24 luglio vince la volata: il Palermo a Mirri.

"Avevamo un impegno con la mia azienda leader nel campo della pubblicità, avevamo contribuito al pagamento degli stipendi. Ma quel giorno mi si è aperto un mondo, ricordo l'emozione del mio socio e vicepresidente Tony Di Piazza, come quel sogno che pensi irrealizzabile. Una mattina ti svegli, apri gli occhi e capisci che è vero".

Ha pianto anche in quelle ore?

"Piango spesso per il Palermo. Quando andò via Vito Chimenti e mi spiegarono perché. Quando perdemmo una finale di Coppa Italia a Napoli contro la Juventus, vincevamo e ci sorpassarono ai supplementari. E non troppe settimane fa, quando entrai da presidente nello spogliatoio dello stadio intitolato a mio zio. Pelle d'oca. Lei non si sarebbe commosso?".

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