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Maradona, il dolore di Menotti: “Una follia vederlo morire così, gli hanno succhiato il sangue”

Il mondo del calcio omaggia Diego Armando Maradona

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"Il mondo omaggia Diego Armando Maradona.

"Il Diez si è spento lo scorso 25 novembre nella sua casa di Tigre, a Buenos Aires, a causa di un'insufficienza cardiaca acuta provocata da un edema polmonare acuto, con cardiomiopatia dilatativa. Una notizia tanto inaspettata quanto tragica, che ha scosso l'intero mondo del calcio, strettosi dopo la morte del campione argentino.

"Diversi, infatti, sono stati i messaggi di cordoglio diffusi per celebrare Maradona. Tra questi, anche quello dell'ex commissario tecnico argentino César Luis Menotti, che intervenutoai microfoni di 'Repubblica', ha ricordato così El Pibe de Oro: "Sono sommerso dal dolore, come se fossi coperto di m..a. Cominciamo da qui. Era immortale ma non era dio, non era un modello morale e non voleva esserlo, non era neanche Pelé. Era un ragazzo che aveva sofferto e un uomo che voleva vivere a modo suo. Quando giocava, sì, è stato il più grande del mondo. Diego col pallone ha fatto cose incredibili. Senza le marcature criminali di Gentile e Tardelli, e senza quell’arbitro Rainea, forse ce l’avremmo fatta anche nell’82. Dopo la squalifica per doping del ’90, mi disse: “Io devo essere infelice”. Era contento solo in campo. Penso che avesse paura di non essere più amato e questo era impossibile. Gli dicevo: hai tutto, sei Maradona, hai figlie bellissime. La sua ansia era ingovernabile. Qualcuno ha detto che era come se ogni giorno pensasse di dover segnare un gol agli inglesi. Una condanna".

"Se mi aspettava questa morte? In passato sì, non mi avrebbe sorpreso, ma non ora. La notizia mi ha sconvolto, sapevo che Diego aveva superato l’operazione alla testa, ero fiducioso nel suo ennesimo recupero. Se n’è andato da solo, abbandonato, in una casa senza neppure il bagno, e questo è una follia, per me il dolore più grande. Gli hanno succhiato il sangue. Però mi feriva anche vedere come si era ridotto negli ultimi mesi. Andò ad allenare il Gimnasia e non si reggeva neppure in piedi. Credo fosse maledettamente difficile essere Maradona, me ne sono accorto negli anni che abbiamo trascorso insieme. Doveva accettare continui compromessi, era circondato da tanti, però credo che in pochissimi gli volessero bene", ha concluso Menotti.