Il punto sulla Serie A di Marcello Lippi.
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Lippi: “Lukaku e De Ligt i colpi migliori, Icardi una spina nel fianco per Conte. Scudetto? Vi dico la mia…”
Il commissario tecnico della Nazionale cinese, Marcello Lippi, fa il punto sul campionato di Serie A e sul mercato delle big
Nel corso di una lunga intervista concessa ai taccuini de Il Giornale, l'ex commissario tecnico della Nazionale italiana ed oggi di quella cinese, si è espresso relativamente alle operazioni di mercato svolte dalle tre, a sua detta, pretendenti per lo scudetto: Juventus, Napoli e Inter. Di seguito le dichiarazioni rilasciate dall'ex allenatore bianconero e nerazzurro su questo ed altri temi relativi al calcio italiano.
In una lunga intervista concessa a Il Giornale, Marcello Lippi ha parlato di alcuni temi attuali:
Se l'aspettava l'epilogo parigino del tormentone Icardi?
"Ha sorpreso anche me e devo dire che ho molto apprezzato la linea forte, rigorosa dell'Inter: alla fine ha prevalso la ragionevolezza".
Ha vinto Marotta spedendo lontano Maurito oppure Wanda Nara che ha strappato un ricco contratto dal PSG?
"La soluzione adottata soddisfa entrambe le parti. Icardi ha avuto il rinnovo del contratto con l'Inter ed è andato a giocare a Parigi che vuol dire Champions League. Sarebbe stato insensato resistere asserragliato sull'aventino. L'Inter ha liberato Appiano Gentile da una spina nel fianco di Antonio Conte che può proseguire nel suo lavoro di costruzione del suo gruppo. In un colpo solo hanno risolto due problemi".
Sbaglio o è particolarmente intrigato dall'arrivo di Conte sulla panchina dell'Inter?
"In questi casi lascio giudicare i calciatori che sono al lavoro con Antonio. Basta sentire i loro racconti entusiasti per capire in quale clima abbiano cominciato a lavorare. Il merito è dell'intesa che c'è tra Conte e Marotta derivata dalla loro comune esperienza juventina".
Cosa le piace di questa nuova Inter?
"La compattezza di squadra. Poi mi piace moltissimo Lukaku, come calciatore e come uomo. Conosco Antonio e so che sarà un martello pneumatico durante la settimana perché il suo obiettivo è dare continuità di rendimento a una squadra che per storia recente e passata, è sempre stata un giorno cicala e un giorno formica".
Allora bisogna candidarla d'ufficio per lo scudetto?
"Sono sempre i soliti tre a giocarselo: Juve, Inter e Napoli".
Sempre la Juventus davanti?
"La spiegazione è quasi inutile: per ogni ruolo ha due giocatori di grande cifra tecnica come pochissimi altri club europei possono vantare. Per questo motivo piazzo la Juve nel gruppetto che può concorrere per vincere la Champions con i giganti d'Europa, Real Madrid, Barcellona, Manchester City. Per vincerla bisognerà avere fortuna che non vuol dire colpire o meno un palo ma disporre dei migliori in salute nella fase decisiva".
Paratici non è riuscito a 'piazzare' gli esuberi...
"Il fenomeno ha una spiegazione. I calciatori di quel livello hanno capito che per vincere devono piegarsi a una nuova realtà: accettare di giocare qualche partita in meno restando in un gruppo di altissimo livello".
Che ne pensa del nuovo duello tra 'giochisti' e 'risultatisti'? Siamo tornati al Trap contro Sacchi...
"Si respira un'aria nuova. Perché non ci sono soltanto Sarri e Conte, o Fonseca e Giampaolo ma c'è anche Mancini che ha spalancato la sua Nazionale a giovani, bravi, tutti titolari nelle loro rispettive squadre. E infine sono arrivati da altri campionati giocatori di grande appeal come De Ligt e Sanchez".
L'acquisto boom?
"De Ligt per età, qualità e prezzo. Poi toccherà alla saggezza della Juve inserirlo con cautela anche se l'infortunio di Chiellini farà accelerare i tempi. Guai a dimenticare Lozano del Napoli. Lukaku è il mio preferito".
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