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La nuova vita di van der Meyde: palestra e Youtube per dimenticare droga e alcol

La palestra, la carriera da Youtuber, la propria linea d'abbigliamento e la famiglia lo hanno salvato da una vita sregolata fatta di droga, alcol e depressione: Andy van der Meyde è certamente uno dei più grandi rimpianti del calcio europeo

Mediagol97

Un'esultanza indimenticabile che avrebbe dovuto rappresentare la nuova generazione calcistica olandese ma, per molteplici motivazioni, non andò in questa maniera.

Stiamo parlando di Andy van der Meyde, ex ala di Inter, Ajax ed Everton, che rimase un'eterna promessa del calcio europeo, e che oggi, ritiratosi ormai da circa sei anni, sta portando avanti la carriera da Youtuber (con un proprio canale personale che conta circa 50,000 iscritti in cui parla della sua famiglia, delle sue macchine e della sua vecchia vita da calciatore) e possiede anche una linea d'abbigliamento (con alcuni capi in saldo che raffigurano la sua storica esultanza).

Una vita sregolata quella di Andy, tra sesso, droga, alcol e depressione, che lo portò a un ritiro anticipato dal calcio giocato all'età di 32 anni. Un inizio di carriera scoppiettante all'Ajax e nella stagione 2000/2001, al fianco di gente come Zlatan Ibrahimovic e Rafael van Der Vaart, riuscì a portare la compagine olandese ai quarti di finale di Champions League.

Sarebbe dovuto diventare il nuovo Luis Figo all'Inter grazie al suo ottimo bagaglio tecnico, ma della sua celebre esultanza i tifosi nerazzurri ne godettero soltanto una volta (van der Meyde mise infatti a segno soltanto una rete in Serie A nelle 32 presenze in campionato collezionate con la Beneamata), tanto che poi si trasferì all'Everton, per cercare più fortuna in Premier League. Anche lì però le cose non andarono bene a causa di diversi infortuni e dei soliti problemi extra-campo.

Sulla sua esperienza in quel di Milano, Andy rilasciò qualche tempo fa le seguenti dichiarazioni ai microfoni della BBC: "Uscivo e mi ubriacavo tutte le sere, non pensavo più al calcio. Ero depresso, non giocavo più ed ero diventato anche uno scommettitore accanito".

Durante un'intervista concessa al tabloid inglese The Sun nel 2012, ha riassunto in maniera efficace con un racconto delle sue folli serate a Liverpool, l'esperienza vissuta con la maglia dei Toffees, chiaramente per ciò che concerne la vita fuori dal campo: "Ho comprato una Ferrari e la prima fermata era al Newz Bar, un posto molto popolare a Liverpool. Dopo qualche ora di alcol mi dirigevo allo strip club più vicino. Ubriacarsi nel centro di Liverpool non era una mossa molto intelligente, ma avevo un forte desiderio di vedere delle donne nude".

Proprio una relazione extra coniugale con una di quelle spogliarelliste, Lisa, portò alla fine del suo matrimonio in quegli anni: "Ho visto una ragazza bruna che mi piaceva e volevo fare sesso con lei. Dopo aver finito mi appassionai a lei, era pazza, selvaggia e focosa. Dissi a mia moglie che ero andato in hotel per riposare dopo un infortunio ma lei ingaggiò un investigatore privato che mi fotografò con la mia nuova ragazza e quando tornai a casa mia moglie mi disse: 'Come sta la tua nuova ragazza?'. Ho continuato a negare il tutto anche dopo".

Sviluppò in quegli anni una forte dipendenza da droghe prescrivibili, che lo portò ad avere problemi di insonnia oltre che di forte depressione: "A causa dei continui litigi con Lisa, della malattia di mia figlia e delle cavolate che combinavo nei club cominciai ad avere problemi a dormire. Riuscivo a dormire solo grazie a delle pillole, che per due anni rubavo dagli uffici dei dottori presenti nei club, così da mixarle con del Bacardi e bottiglie di vino per riuscire a riposare".

"Realizzai che Liverpool mi stava uccidendo, la cocaina e le ragazze britanniche con le loro gonne corte erano tentazioni troppo forti per un ragazzo come me". Così van der Meyde lasciò l'Everton per tornare in madre patria e vestire la maglia del PSV Eindhoven (dove collezionò però 0 presenze) e poi quella del WKE, con la cui maglia scese in campo solo 6 volte prima di annunciare il ritiro dal calcio giocato all'età di 32 anni.

A salvare Andy probabilmente, oltre la sua nuova passione legata alla palestra e alla cura del corpo, è stata certamente la sua nuova famiglia. Pensare a quello che sarebbe potuto diventare questo giocatore per il calcio europeo e mondiale, grazie alle sue grandi abilità tecniche schiacciate però da una vita decisamente troppo fuori dagli schemi, crea nel cuore degli appassionati che ricordano le gesta di un giovane van der Meyde un forte senso di rammarico, per ciò che sarebbe potuto essere.

Di Valerio Cracchiolo