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Dal lusso sfrenato alla povertà: il calcio dà, la vita toglie. Le storie maledette, da Maurizio Schillaci a Cafù e Almeyda

Foto (Fuorigioco)

Dal lusso ai problemi economici, fino ad arrivare ai guai con l'alcol e la droga. Gli ex calciatori che hanno sperperato tutto ciò che avevano guadagnato

Mediagol92

Dagli altari della gloria alla polvere dell’indigenza e dell’emarginazione, fino a toccare da molto vicino il significato della parola povertà.

L'edizione odierna del quotidiano Avvenire racconta le storie di alcuni calciatori che hanno sperperato tutti i loro guadagni finendo coinvolti in scandali e problemi economici parecchio gravi, fino ad arrivare alla droga e all'alcol. L'articolo riprende Remo Gandolfi, che ha raccolto i casi più particolari nel suo libro Storie Maledette, dove li analizza singolarmente, andando a svelare anche cosa fanno nei giorni nostri.

Una delle storie più particolari è quella Justine Fashanu che, dopo essersi fermato a causa di un grave infortunio, fu il primo calciatore a dichiararsi omosessuale, cosa che gli costò l'allontanamento sociale da parte di tutti i suoi amici e conoscenti. Trent'anni fa l'omosessualità era un tabù ancora più di quanto lo sia ancora nei giorni nostri.

Chi invece si suicidò a causa della depressione fu Mirko Saric, ex giocatore del San Lorenzo de Almagro. All'età di 21 anni fu trovato impiccato nella propria stanza, con la madre che fece la sconvolgente scoperta. Saric, che già era una pedina inamovibile della squadra argentina allenata da Oscar Ruggeri commise il tragico gesto a causa di alcuni infortuni e frequentazioni sbagliate.

Ha tentato il suicidio più volte anche Paul Gascoigne, fortissimo giocatore inglese degli anni '80 che ha militato anche nel campionato italiano con la maglia della Lazio. Tecnica sopraffina e comportamenti da ragazzino con gli indimenticabili scherzi nello spogliatoio biancoceleste. Adesso Gascoigne ha perso tutto a causa dei suo tanti vizi e per parecchio tempo è stato anche costretto a vivere in automobile.

Storia simile a quella vissuta da Maurizio Schillaci, siciliano, cugino di Totò. Tecnicamente dotato spiccò il volo con il Licata di Zeman, passando poi alla Lazio. Bella vita, soldi e auto di lusso ma finì col perdere tutto. Finendo per vivere alla stazione centrale di Palermo elemosinando. L'ex Inter Fabio Macellari adesso fa invece il panettiere e deve tutto alla sua famiglia che lo ha aiutato ad uscire dal tunnel della tossicodipendenza.

Strano destino anche quello dell'olandese Andy Van der Meyde, limpido talento dell'Ajax che ha conosciuto il campionato italiano in una breve parentesi con la maglia dell'Inter. Dopo un inizio di carriera ad alti livelli, la storia calcistica di Van Der Meyde è stata un fallimento. Tra le cause anche alcol, droga ed eccessi: "Dopo una settimana a Milano stavo male, mi consumava la nostalgia, era un ambiente fatto di eccessi", ha raccontato lo stesso olandese nella sua biografia. Con la maglia dell'Everton, dopo aver lasciato Milano, guadagnava ben 37 mila euro a settimana. Acquistò una Ferrari, si ubriacava e sniffava tutte le sere, al punto di dover utilizzare farmaci contro l'insonnia per andare agli allenamenti. Adesso allena i giovani, insegnandogli a star lontano da certi rischi.

Cinque litri di vino stavano costando la vita a Matias Almeyda. L'ex Inter e Lazio, ad Azul bevve tutto d'un fiato rischiando il coma etilico, fortunatamente per lui si riprese dopo cinque ore di flebo in ospedale con la sua famiglia tutta attorno al suo letto. Si ritrova sommerso dai debiti, invece, il "Pendolino" Cafù a causa della società di procuratori di cui è titolare con la moglie. Ronaldinho, suo connazionale, che di soldi ne ha guadagnati parecchi, qualche tempo fa rimase con soli dieci euro nel suo conto.

Una carriera diversa avrebbe potuto avere l'ex Juventus e Brescia Jonathan Bachini ma ha gettato tutto al vento a causa della cocaina. Stesso epilogo avuto da Claudio Caniggia e l'ex Ascoli e Inter Angiolino Gasparini, con quest'ultimo che dopo essersi disintossicato grazie ad una comunità tornò a giocare nuovamente.

La strada sbagliata l'ha imboccata anche Sebastiano Rossi, ex portiere del Milan. Così come anche Andreas Brehme, autore del gol decisivo nella finale di Italia ’90, che adesso lavora come addetto alle pulizie. Addirittura in carcere è finito Tomas Repka, difensore della Fiorentina dal 1998 al 2001, dopo esser stato beccato in più occasioni alla guida in stato di ebbrezza.

Infine, la storia dell'ex Atalanta Fabio Rustico che, stanco della luce dei riflettori, oggi fa l’agricoltore. A 28 anni diede l'addio al calcio per iniziare una parentesi in politica, poco dopo la scelta di andare a Mazara del Vallo per dedicarsi all’agricoltura: "Grinta, determinazione e forza: con queste qualità Fabio Rustico ha dato un senso al secondo tempo della sua esistenza", conclude il quotidiano.

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