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Coronavirus, a tutto Vialli: “Se fossi calciatore non vorrei lo scudetto a tavolino. Tagli agli stipendi? Sacrificio da parte di tutti”. E sulla Nazionale…

"Un errore da non commettere è la fretta. Si torni in campo solo quando i medici e gli esperti diranno che è possibile, anche se sono io il primo a desiderarlo"

Mediagol92

"È una prova tremenda ma non certo inutile. In questo enorme silenzio che ci circonda, quasi un'atmosfera zen, c'è qualcosa di orientale. E si tornano a sentire gli uccellini persino in una megalopoli come Londra".

Commenta così l'attuale momento che sta attraversando l'intera popolazione mondiale Gianluca Vialli. L'ex attaccante della Nazionale ma anche di Juventus e Sampdoria ha poi proseguito: "Si passa più tempo con le persone che amiamo. Io leggo molto, parlo con gli amici e sto anche imparando a scrivere al computer con dieci dita".

Vialli ha superato con grande forza il cancro e da qualche tempo è il team manager degli azzurri: "Cosa significa rinunciare allo sport? Lo capiremo quando tutto tornerà. E quando la bellezza dello sport e del calcio, le emozioni e i ricordi ci aiuteranno a tornare a vivere, vivere pienamente. Sarà un esercizio di piacere e bellezza: sarà stupendo. E dovremo dare più spazio alla solidarietà: non recinti più alti, ma tavoli più lunghi. Le società di calcio dovranno essere anche piattaforme di sviluppo sociale, un luogo condiviso dal quale ripartire".

Il campionato si è interrotto con la sfida per lo scudetto tra Juventus e Lazio, con i bianconeri primi in classifica: "Se fossi calciatore non vorrei lo scudetto a tavolino. Non dopo quanto sta succedendo. Se si potrà chiudere la stagione in qualche modo, in totale sicurezza, bene. Altrimenti, meglio non assegnare il titolo. Qualcuno per forza di cose ci rimetterà. Un errore da non commettere è la fretta. Si torni in campo solo quando i medici e gli esperti diranno che è possibile, anche se sono io il primo a desiderarlo".

Tema tra i più discussi anche quello dei tagli agli stipendi dei calciatori: "Il sacrificio dovrà essere sostenuto da tutti, non solo dagli atleti. Mi sembra interessante quello che accade qui in Inghilterra, dov'è stato creato un fondo di solidarietà alimentato da una quota dei guadagni dei giocatori: i fondi li distribuiscono loro, direttamente alla sanità pubblica".

Vialli si è infine soffermato sulla nazionale italiana allenata da Roberto Mancini: "Europei rinviati? Avranno un anno in più per calarsi davvero nel Club Italia, per sentirsi più forti e non voltarsi verso la panchina, cioè verso Roberto, quando le cose si mettono male. Un anno di crescita servirà. Roberto Mancini ha svolto con autorevolezza un lavoro spettacolare, ha preso in mano la squadra in un momento molto delicato, ha portato idee di gioco senza fare cose troppo complicate, ha scelto un gruppo giovane con qualche prezioso veterano e ora si ritrova giocatori che hanno, tutti, quattro caratteristiche essenziali: sono altruisti, coraggiosi, continui e affamati. Il presidente Gravina ha creato l'atmosfera di un vero club. A volte, quando un giocatore ha qualche problema fisico preferisce rimanere con noi in gruppo, e questo conta", ha concluso il team manager azzurro.