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Calciomercato Fiorentina, a tutto Pradé: “Sono soddisfatto all’80%, abbiamo cinque milioni di passivo”

Il ds del club viola, intervenuto in conferenza stampa, fa un bilancio delle operazioni svolte sul mercato dalla Fiorentina: "Il presidente mi ha dato carta bianca col budget ma spendere tanto per spendere non serve"

Mediagol97

A tutto Daniele Pradè,

Il direttore sportivo della Fiorentina, intervenuto in conferenza stampa a seguito della fine della sessione estiva del calciomercato, ha fatto il punto della situazione in merito alle operazioni in entrata e in uscita svolte dal club viola, facendo un bilancio complessivo del lavoro svolto con i giovani ed anche in termini economici. Di seguito le sue dichiarazioni sull'argomento.

"Sono qua per prendermi le responsabilità, nel bene e nel male, in quanto uomo mercato. Avevo chiesto pazienza, ora chiedo comprensione. Abbiamo deciso di lavorare su questi giovani, sono delle piantine che vanno annaffiate e fatte crescere. Penso ad esempio a Ranieri: è un calciatore forte, ha fatto un errore ma è stato attaccato. Vedrete che la prossima volta non lo rifarà. Siamo una delle squadre con l'età media più bassa d'Europa, è un modo di lavorare e di far capire che stiamo facendo qualcosa di nuovo. Ovviamente abbiamo dovuto prendere anche dei giocatori esperti, per aiutare i giovani a crescere".

Qual è il saldo del mercato?

"È 5 milioni in passivo, considerando tutto. Il presidente mi ha dato carta bianca col budget, avevo una cifra molto più alta. Ma spendere tanto per spendere non serve. C'è il mercato di gennaio e c'è un anno di transizione sportiva da portare avanti. Operazioni che mi hanno deluso? Nessuna, siamo stati chiari. All'inizio abbiamo detto che Chiesa non era in vendita e alla fine è rimasto. E le altre società hanno fatto lo stesso. Udinese e Sassuolo sono società solide, Politano e Suso non erano in vendita per Inter e Milan. L'unico che abbiamo lasciato andare è Raphinha per un discorso di costi, poi abbiamo scelto fra Ghezzal e Oudin, il primo ci dava caratteristiche che non avevamo".

Ci sono cessioni che non siete riusciti a concludere?

"Siamo tanti, effettivamente. Gli unici che non rientravano nel nostro progetto iniziale erano Eysseric, Dabo e Thereau, mentre Cristoforo era in dubbio. Ci siamo incontrati e abbiamo parlato, non dimentichiamoci che il presidente ha sempre confermato tutti. Quelli che ho detto saranno reintegrati e faranno parte della rosa, poi spetterà a Montella fare valutazioni. Il tecnico, anche per quanto mi riguarda, ha tutta la fiducia del mondo anche perché non ha mai lavorato con un gruppo formato. Le prime operazioni le abbiamo fatte a metà luglio, siamo sempre stati col cartello 'lavori in corso'. Ora Montella deve costruire il puzzle perché la squadra è coperta in ogni reparto, possiamo fare tanti moduli, abbiamo fatto investimenti importanti e con margini come Lirola e Pedro".

Che acquisto è Pedro?

"L'operazione partiva da 20 milioni, l'abbiamo preso a cifre più basse. Poi abbiamo completato la difesa con Caceres e Dalbert, trattenuto Ceccherini e preso l'esterno sinistro".

Tonali era un'idea? Se sì, quanto avete spinto nelle ultime ore di mercato?

"L'idea futura è quella di prendere tanti giocatori italiani e del territorio. Inizieremo dal settore giovanile, sarà un lavoro lungo, ma questa è l'idea. Il presidente e Joe tengono ai rapporti con le società, per questo io non posso parlare col giocatore. Il loro rapporto con Cellino è forte. Tonali ci piace, è forte. All'assemblea di Lega Joe ha parlato con Cellino, il quale ha detto di non volerlo vendere e per questo abbiamo chiuso con quell'idea. La stessa cosa vale per De Paul: abbiamo un grande rapporto con Pozzo, lo sa il presidente e lo sa Claudio Vagheggi che ha un ottimo rapporto con gli agenti del ragazzo".

Ci sono stati dei colpi mancati?

"Nainggolan è stata più una notizia mediatica, è uscito tutto in un giorno ma è giusto che sia andato a Cagliari. De Rossi è come un fratellino, la scelta che ha fatto dimostra una volta di più il calciatore e l'uomo che è. Quindi non ho delusioni".

Come valuta il centrocampo di Montella? C'è difficoltà di convivenza tattica fra Badelj e Pulgar?

"Non mi sembra corretto dare risposte tecniche, a questo ci pensa l'allenatore. Abbiamo 7 giocatori a centrocampo, quindi tante scelte. Vediamo come vorrà giocare Montella, che ha la massima fiducia da parte nostra. Ripeto che siamo un cantiere a cielo aperto, della rosa passata sono rimasti pochissimi giocatori. Per questo è un lavoro difficile e per questo il supporto al tecnico sarà massimale".

Qual è il compito principale di Montella?

"Le due sconfitte mettono amarezza. Col Genoa c'è stato un black out, ma alla fine potevamo pure pareggiare. Perdere col Napoli ci sta. Vincenzo deve costruire, ci deve dare identità e deve far crescere questi ragazzi".

Ha già lavorato in vista di gennaio? Com'è nata l'idea Pedro?

"Gennaio è riparazione, quindi no. Su Pedro, se fosse rimasto Simeone non avremmo preso un'altra punta. I rumors su Simeone erano tanti, come Mosca o Galatasaray, ma noi non abbiamo mai messo pressione. A quel punto abbiamo preso Pedro, che avrà bisogno di tempo, di un periodo di adattamento. Sono certo che piacerà, è molto elegante anche se molto alto. E' un '97, convocato dalla Nazionale brasiliana e che se non si fosse fatto male sarebbe andato al Real Madrid".

Perché si è scelto di puntare su Bobby Duncan?

"Vergine lo segue da tanto e il presidente lo ha voluto accontentare. Lavorerà con la Primavera, ma vogliamo vederlo anche con la prima squadra. Certo il Centro Sportivo unico avrebbe aiutato".

Come lavorerete sul settore giovanile?

"Prenderemo una persona che ci curerà il territorio, che scoprirà i talenti di qui".

Perché la Fiorentina ha scelto di non riscattare Luis Muriel nonostante il diritto?

"Quando siamo arrivati l'opzione d'acquisto era scaduta, non era più nel circuito fiorentino. Non si è parlato di altro perché era già rientrato a Siviglia".

Com'è andato il mercato in base a quelli che erano gli obiettivi iniziali?

"Quando ci siamo seduti avevamo talmente tanti calciatori che non ci stavamo capendo più niente. Poi nella tournée americana abbiamo capito che sui nostri giovani potevamo puntare. Posso dire che sono soddisfatto al'80%, avrei voluto fare un colpo per il presidente che me lo chiedeva e questa è una cosa strana, solitamente se il presidente mette soldi il ds li spende tutti. Ma in generale sono soddisfatto, è l'inizio di un percorso".

Cos'è successo con Oudin?

"Io non devo giustificare nulla, posso solo dire che se uno tira troppo la corda alla fine si spezza. Siamo felici di Ghezzal".

Cosa potranno dare in più Pedro e Vlahovic?

"Sono convinto che avranno entrambi una crescita costante".

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