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Brescia, Gastaldello: “Noi pronti a giocare? Se lo chiedono a me dico di no. Siamo esseri umani, abbiamo paura”

"Sento che la soluzione sarebbe chiuderci in ritiro due mesi: non ha senso, è contro natura, siamo professionisti ma anche esseri umani"

Mediagol92

"Giocare? Io dico no".

Inizia così la lunga intervista rilasciata da Daniele Gastaldello, difensore e capitano del Brescia, ai microfoni de La Repubblica. Il classe 1983 ha poi proseguito: "Credo che al centro e al sud non sia arrivato davvero quello che si è visto in

Lombardia. E per fortuna, dico. A Brescia tutti siamo stati toccati, tutti noi conosciamo qualcuno che ha subito la tragedia sulla pelle, abbiamo scoperto quanto poco basti per rovinare una famiglia".

L'esperto centrale delle Rondinelle non ha dubbi: "Noi pronti a giocare? Se lo chiedono a me dico di no - ha ribadito Gastaldello -. E poi non ci sono neanche i presupposti, non ci sentiamo sicuri. Ci chiedono di riprendere ad allenarci e di tornare in campo subito, concentrando dodici partite in un mese e mezzo: è ingiusto, ne va dell'incolumità di tutti i giocatori. Io parlo per me e per i compagni: se il prezzo della ripresa è farci male anche seriamente, non ne vale più la pena. Abbiamo paura. Siamo esposti, tutti, non solo noi calciatori, ma magazzinieri, fisioterapisti, massaggiatori. Tutti a contatto, inevitabilmente. Sento che la soluzione sarebbe chiuderci in ritiro due mesi: non ha senso, è contro natura, siamo professionisti ma anche esseri umani, abbiamo mogli, figli. Non c'è nemmeno un protocollo ancora".

Diverse squadre di Serie A, ma anche di altri campionati hanno ripreso a lavorare: "Non è stato giusto partire scaglionati - ha sottolineato Gastaldello -. Noi al Brescia ancora non abbiamo ricominciato, e non siamo gli unici. Certo, per ora si tratta di allenamenti individuali, ma bisognava partire tutti insieme. Invece fino a pochi giorni fa non si sapeva neanche se potevamo allenarci, mi sembrava assurdo che si aprisse agli atleti di sport individuali e a noi no, ma almeno questo lo abbiamo risolto, voglio credere che il ministro si fosse espresso male", ha concluso il capitano del Brescia.