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Balzaretti-Mediagol: “Nuovo Palermo e futuro. Svolta Totti, ecco il suo segreto. La Roma e i miei tecnici, favola rosanero e Zamparini…”

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Credo calcistico e filosofia del nuovo tecnico della Roma, Paulo Fonseca? A me piace il suo modo di lavorare, se parliamo di identità la sua squadra ce l’ha eccome, ora è un momento difficile per lui, ma deve essere forte. Devi essere bravo ad isolarti e ad avere equilibrio, che poi è la parola chiave alla Roma. I giallorossi hanno giocato un derby meraviglioso e sia la squadra sia Fonseca erano stati esaltati da tutti, dopo poche settimane si sono ritrovati nella situazione opposta. Un fatto che testimonia che ci vuole davvero equilibrio, poiché, quella capitolina, è una piazza ambiziosa e straordinaria, ricca di passione e calore, ma che comunque mette pressione. Roma è la città dove vivo e ne sono altrettanto innamorato. Io sono rimasto legatissimo a questi colori, poiché a me piacciono le squadre e le piazze dove c’è passione e a Roma ce n’è tanta. Però, il rischio è che poi si vada un po’ oltre. Fonseca, dunque, penso debba essere estremamente equilibrato e fare un’analisi ben precisa di quello che stanno vivendo lui ed i suoi calciatori in questo particolare momento. Ripeto, deve farlo con la consapevolezza di essere un ottimo allenatore e di avere una buonissima squadra, i veri uomini e la vera forza del gruppo vengono fuori proprio nei momenti di difficoltà. Penso che i giallorossi abbiano tutte le possibilità di tirarsi fuori da questo frangente complicato. L’esperienza di Pastore alla Roma? Il Flaco ha bisogno di stare bene fisicamente e quest’anno purtroppo non è stato bene, ma quando è stato in condizione ha dimostrato ciò di cui è capace. Nelle ultime stagioni è stato troppo spesso tormentato dagli infortuni, i reiterati problemi fisici condizionano qualsiasi giocatore. Un calciatore che riesce a giocare con continuità è un giocatore che entra in ritmo partita ed acquisisce intensità e brillantezza, riuscendo a dare quel qualcosa in più,  non solo Pastore ma qualsiasi giocatore, me compreso. Quando giochi a singhiozzo inevitabilmente fai fatica. Questi ultimi anni della carriera del talento argentino sono stati troppo tormentati per essere giudicato obiettivamente, Javier è stato che è stato troppo spesso infortunato. Sul talento di Pastore c’è poco da dire, il fatto che purtroppo la continuità sia mancata è un qualcosa che ha pesato sulle sue prestazioni e contestualmente sui giudizi”.

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