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Italia-Macedonia 0-1, azzurri fuori dal Mondiale: disastro clamoroso al ‘Barbera’

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L'Italia non andrà al Mondiale del Qatar, con la sconfitta per 0-1 contro la Macedonia che costa carissimo agli azzurri

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Di Luca Silvestri.

Si infrange sulla Macedonia la qualificazione dell'Italia al prossimo Mondiale.

Poco concreta, mai in grado di far male ad una squadra nettamente inferiore per gioco, intensità, valori assoluti e cifra tecnica dei propri singoli. L'Italia è fuori dal prossimo Mondiale in Qatar, con gli azzurri che pagano a caro prezzo il gol subito dall'ex Palermo Trajkovski, che nei minuti di recupero ha sfoderato un gran destro dal limite dell'area, sul quale Donnarumma non è potuto intervenire.

Per la seconda volta consecutiva, l'Italia non andrà al Mondiale, dopo l'eliminazione subita con la Svezia nel 2017. Un nuovo punto di ripartenza per il calcio italiano, che si era fermato a gioire durante l'ultima estate per il trionfo a Euro 2020, e che adesso dovrà reagire ad un'eliminazione che, per contesto e risultato, rende tutti increduli.

Diverse le occasioni create dagli azzurri, che però non sono mai andati davvero vicini al gol del vantaggio, se non in occasione dell'errore di Dimitrievski che ha regalato a Berardi un pallone d'oro a porta completamente sguarnita, con il giocatore del Sassuolo che non è riuscito a segnare, scaricando un sinistro piazzato troppo debole controllato dallo stesso portiere macedone rientrato celermente in porta.

È la sconfitta di una formazione, di un movimento prima ancora, che dopo la delusione del 2017 e il trionfo di appena 8 mesi fa deve fermarsi nuovamente a riflettere sul proprio sistema, sui cambiamenti strutturali che andranno obbligatoriamente apportati. Una Nazione che da 8 anni non vede l'Italia disputare una partita in un Mondiale e che per almeno altri quattro dovrà restare col fiato sospeso per quella che, adesso più che mai, sembra essere divenuta una maledizione.

Non è bastato il sostegno, degno di nota, dei 33.000 italiani presenti sugli spalti del 'Renzo Barbera', primo stadio in Italia al 100% dopo due anni di tremende restrizioni e misure sanitarie precauzionali contro il Covid 19. Sostegno che non è mai mancato, fin dall'arrivo della Nazionale campione d'Europa nel capoluogo siciliano, accolta col plauso che nei mesi scorsi ha giustamente meritato, mettendo in campo, appartenenza, gioco e risultati.

Forse proprio questi ultimi, sono mancati all'Italia vista questa sera a Palermo, gagliarda e corsara nell'atteggiamento, ma mai davvero convinta delle manovre portate avanti nella metà campo avversaria. Un leggerissimo passo in avanti rispetto alle prestazioni viste nel girone di qualificazione e specialmente nell'ultima gara contro la Svizzera, nella quale il calcio di rigore sbagliato nei minuti finali della sfida dell'Olimpico da Jorginho, torna prepotente tra i rammarichi più grandi di questa Nazionale.

Un gruppo di giocatori che dovrà stringersi forte intorno a sé, ricostruendo dalle proprie radici il suo futuro, ricercando nei giovani le speranze calcistiche di un Paese ormai definitivamente indietro nelle gerarchie internazionali del rettangolo verde. Non necessariamente un sistema federale da rifondare, ma l'ennesimo segnale che l'Italia del calcio ha bisogno di una svolta, un cambio di marcia, quello che nel corso dei novanta minuti è senza dubbio mancato agli azzurri, quello che i tifosi italiani si aspettavano e che non hanno, purtroppo, visto sul campo.

Ripartire dalla delusione, provando a ritrovare se stessi dalle proprie origini, da ciò che non è possibile dimenticare, con la gioia del trionfo estivo ancora impressa negli occhi, nelle menti e nei cuori dei tifosi, ma con l'amarezza e la delusione per una catastrofe sportiva che, oggi più che mai, deve far riflettere un intero movimento, sull'orlo di un declino sempre più nitido.

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