"Buffon ora è il capo delegazione azzurro? Guardi, guardi, mi sta venendo la pelle d’oca". Così Stole Dimitrievski, intervistato ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport". Diversi i temi trattati dal portiere della Macedonia del Nord, numero uno del Rayo Vallecano: dalla vittoria conquistata in quel di Palermo a marzo 2022 ai danni dell'Italia di Roberto Mancini, alla sfida in programma sabato sera a Skopje. Ma non solo...
MACEDONIA-ITALIA
Macedonia-Italia, Dimitrievski: “Palermo? Ricordo speciale, possiamo vincere di nuovo”
MITO BUFFON - "Gigi è sempre stato il mio idolo, un’icona eterna. L’ho sfidato una volta, a Torino con la nazionale. Era l’ottobre del 2017, finì 1-1. Gli chiesi la maglia ma non me la diede perché era speciale e ne aveva solo due. È andata all’asta per beneficienza, venduta a 400 euro? No! Non lo sapevo, l’avrei presa io. Sarà emozionante vederlo a Skopje, casa mia, davvero, mi ha dato una notizia incredibile", le sue parole.
PALERMO -"La vittoria a Palermo? Un ricordo speciale, per me, per la mia carriera, per il mio Paese. L’Italia era pronta a partire per il Portogallo, e invece ci andammo noi. Giocammo una grande partita, con i nostri mezzi, e conquistammo una vittoria incredibile grazie a Trajkovski che aveva giocato a Palermo diversi anni. Una storia incredibile, con un finale perfetto. Poco prima avevo detto che avremmo vinto noi? Perché sono un ottimista di natura, e sentivo che potevamo fare qualcosa di grande e di storico. E sabato possiamo vincere di nuovo".
MOMENTO NO -"La seconda sconfitta è figlia della prima: battiamo Malta, ci tocca l’Ucraina in casa e andiamo sul 2-0. Tutto fila liscio fino a che non abbiamo un black out e perdiamo 3-2. Siamo andati in Inghilterra frastornati, col morale a terra, e fisicamente ci hanno distrutto. Ma ora siamo pronti a tirarci su. Giochiamo in casa, la nostra gente ci appoggia, è una partita importantissima. Possiamo farcela ancora. Abbiamo il nostro stile, che definiamo 'all’italiana': chiudersi, fare falli per spezzare il ritmo di chi attacca per contrastarlo anche psicologicamente, farlo disperare e poi colpirlo in contropiede o a gioco fermo. Con l’Ucraina abbiamo voluto giocare 90’ a tutta, in modo offensivo e alla fine l’abbiamo pagata. Bisogna saper aspettare col blocco basso. Ci siamo sbagliati una volta, speriamo di non ripetere l’errore".
DA MANCINI A SPALLETTI -"L'Italia ha un altro ct? Sì, e anche nuovi giocatori rispetto al playoff. Spalletti è diverso da Mancini per modulo e idee ed Elmas, che è stato con lui a Napoli e ha vinto lo scudetto, ci ha dato indicazioni molto utili. Mancini? Un grandissimo allenatore che ha portato l’Italia alla conquista dell’Europeo. La Serie A negli ultimi anni è migliorata molto e lui è stato bravo ad approfittarne per conquistare un gran titolo. Poi ha perso il Mondiale per colpa nostra, ma non si può giudicare un tecnico per una sola partita. Ora ha deciso di andarsene e va rispettato. Avrà le sue ragioni, e poi l’opportunità araba è impressionante, economicamente ma anche a livello sportivo, puoi confrontarti con un altro calcio", ha concluso.
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