Dopo il calcio di punizione subito in Macedonia-Italia, Gianluigi Donnarumma, non esente da colpe sull'esecuzione di Bardhi, è finito nuovamente nell'occhio del ciclone della stampa e della tifoseria italiana. A prenderne le difese ci ha pensato un altro ex portiere della Nazionale azzurra, ovvero Walter Zenga, intervistato dal Corriere dello Sport:
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Italia, Zenga difende Donnarumma: “Non sparate su Gigio. Fischi San Siro? Meglio…”
"A bocce ferme possiamo dire che è stata una ingenuità. Ma in campo le cose vanno diversamente da come si vedono in televisione. La forza di un grande portiere è di mettere un punto e ripartire. Donnarumma è alto un metro e novantasei. Vicario uno e novantatré. Sommer solo uno e ottantatré. La loro apertura alare è del tutto differente. Non c’è, su una palla simile, una tecnica valida allo stesso modo per tutti e tre. I più bassi usano la mano di riporto per allungarsi di più, ma non è una religione. Sceglie l’istinto di chi sta in mezzo ai pali, con tutta la sua responsabilità. Per questo dico: non sparate su Gigio. Io lo assolvo".
Non spariamo, ma non chiudiamo gli occhi. Perché sul gol della Macedonia che ci ha negato i Mondiali del Qatar, Donnarumma ha denunciato lo stesso letargo. E l’altra sera, poco prima del gol, è parso in ritardo sul tiro a giro di Elmas che ha fatto la barba al palo. Non sarà che giocare in un campionato poco allenante come quello francese gli faccia male?
"Ca**ate, e non si offenda se uso questa parola. Elmas era a diciassette metri, ha visto l’angolo e ha calciato fulmineo con tutta la forza e con tutto l’effetto che un bravo calciatore può imprimere al pallone. Se finiva in porta, era imparabile. Non si può trarre un teorema da singoli episodi. Se Benzema gli ruba il pallone fallosamente e fa gol, non si può dire che Gigio non sappia giocare con i piedi. Questo è un modo di raccontare il calcio che sconfina nel pregiudizio".
Martedì sera la sfida con l'Ucraina a "San Siro", la sua ex casa ai tempi del Milan - "Lo conosco, ha una freddezza che sa gestire l’emozione. Comunque è meglio essere insultati che ignorati. Donnarumma a ventiquattro anni ha giocato già trecento partite. Ne giocherà ancora almeno il doppio. Dell’errore di Skopje non parleremo più".
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