Straripante vittoria dell'Italia contro il Liechtenstein.
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Euro 2020, Sconcerti promuove l’Italia: “Mancini scelte magiche. Il giocatore che sta meglio…”
Mario Sconcerti sul 6-0 dell'Italia al Liechtenstein: "Si sono visti molti gol e cose che vale la pena sottolineare"
Sul campo dello stadio "Ennio Tardini" di Parma, gli azzurri di Roberto Mancini hanno asfaltato gli uomini di Kolvidsson, portando a casa la seconda vittoria consecutiva, che li piazza al primo posto del Gruppo J a quota 6 punti in classifica: l'obiettivo di capitan Giorgio Chiellini e compagni, è quello di staccare il pass per la qualificazione agli Europei del 2020, così da archiviare definitivamente la mancata qualificazione ai Mondiali.
Una serata magica - racconta il noto giornalista italiano Mario Sconcerti sulle pagine del Corriere della Sera -, arricchita dall'eclatante ritorno al gol in azzurro di Fabio Quagliarella, dopo quasi nove anni dall'ultima volta, fino alla rete dell'attaccante della Juventus Moise Kean, diventato il più giovane di sempre a segnare in due gare di fila con la maglia della nazionale.
"Si sono visti molti gol e cose che vale la pena sottolineare. Spinazzola per esempio. Forse in questo momento è il giocatore che sta meglio in Italia. Una conquista reale per la Nazionale e la Juve. Quanto può contare nella sua partita che l’avversario fosse il Liechtenstein o l’Atletico, contro cui ha giocato alla stessa maniera? Prendiamo Mancini, l’allenatore: aveva lavoro facile stasera, ma lo ha firmato spostando Sensi, un regista, a fare il trequartista. Ed è stata la piccola mossa che ha deciso la piccola partita".
"C’è qualcosa di magico nelle mosse di Roberto Mancini: torna Quagliarella e segna due gol, il più vecchio giocatore ad aver segnato con l’Italia. Entra Kean e segna per due partite, il più giovane ad aver segnato nell’Italia dopo Nicolè. Debutta per qualche minuto Pavoletti e segna anche lui, non di testa, suo regno esclusivo. Segna di testa anche Sensi che è poco più di un metro e sessanta. Non sono gol banali nonostante banale fosse l’avversario (...) - scrive Sconcerti -".
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