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Napoli, Gattuso: “Felice di aver allenato un top club. Io mai razzista o omofobo”

Napoli, Gattuso: “Felice di aver allenato un top club. Io mai razzista o omofobo”

Un excursus a 360° quello di Rino Gattuso, intervenuto per chiarire alcuni aspetti legati al suo recente passato da tecnico del Napoli e non solo

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Non posso parlare della vicenda Fiorentina, ma voglio ricordarvi la mia storia.

Ha esordito così Rino Gattuso, ex tecnico di Napoli Fiorentina intervenuto in merito alle complicate vicende che lo hanno coinvolto attivamente nel corso degli ultimi mesi. Dopo l'addio burrascoso alla compagine azzurra, sembrava essersi profilata una nuova via per l'ex centrocampista, con il progetto della Fiorentina di Rocco Commisso che voleva puntare forte sul tecnico e su quanto di buono fatto vedere dallo stesso alla guida dei campani. Il matrimonio con i fiesolani, tuttavia, è durato pochissimo, a causa di diatribe accese con società e dirigenza che hanno impedito a Gattuso e alla Fiorentina di proseguire il proprio rapporto. Proprio di questo ha voluto parlare lo stesso tecnico classe '78, che ha voluto puntualizzare il rapporto con il suo procuratore Jorge Mendes, apparente pietra dello scandalo avvenuto con tutto il mondo viola:"Sul tema non posso parlare, ma posso ricordare la mia storia: alleno da 8 anni e non ho mai fatto acquistare un assistito di Mendes, né lui me lo ha mai imposto. Neanche una volta. André Silva al Milan e Ghoulam al Napoli c’erano già".

Gattuso si è poi soffermato in maniera più dettagliata sulla sua esperienza al Napoli e sulle frequenti voci che, nelle ultime settimane, lo avrebbero visto vicino alla panchina del Tottenham, salvo poi saltare tutto a causa di accuse omofobe e razziste avvenute nei suoi confronti: "Io sono orgoglioso di avere allenato una grande squadra in una grande città - ha proseguito Gattuso ai microfoni della Repubblica - .  In una stagione con problemi e infortuni mai visti, abbiamo perso la qualificazione Champions per un solo punto, con partite spesso spettacolari".

"Accuse? Di sicuro io non sono né razzista, né sessista, né omofobo: sono state travisate vecchie dichiarazioni mie. Perché non chiedete ai miei ex compagni e ai giocatori che ho allenato del mio rapporto con loro? Io mi sono preso del terrone in tutti gli stadi: come razzista non sarei molto credibile. Quanto al resto, non perdo tempo con le sciocchezze. La mia vicenda insegna che l’odio da tastiera è pericolosissimo e molto sottovalutato. Io sono un personaggio pubblico e ho la forza per reagire alle calunnie, ma non tutti riescono a sopportarle. C’è chi per debolezza magari si butta dalla finestra. È un problema serissimo: che cosa si aspetta a intervenire?".

Chiosa finale del tecnico legata alla sua personale svolta professionale, collegata ad un incontro ravvicinato con Pep Guardiola:"La visita a Guardiola nel 2013, dopo i mesi al Palermo. Prima la mia idea di calcio era di dare un’organizzazione alla squadra. Poi con gli allenamenti del Bayern mi si è aperto un mondo: rotazioni folli, terzini che avanzavano a fare le mezze ali, mezze ali che finivano sottopunta, Ribéry e Robben che imballavano gli esterni. Gli avversari non ci capivano niente. Così ho chiesto a Pep".