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Argentina, il rimpianto di Maradona: “Vi racconto ‘La mano de Dios’. Ho pianto per Lavezzi”

Diego Armando Maradona ha raccontato il momento più celebre della sua carriera

Mediagol52

Il rimpianto di Diego Armando Maradona.

Dopo aver scritto in modo indelebile la storia del calcio, El Pibe de Oro ha scelto di non abbandonare l'amore della sua vita, iniziando così la carriera da allenatore. Nelle vesti di tecnico tuttavia El Dies non è riuscito ad ottenere i successi della sua carriera da professionista, militando su panchina di squadre minori in giro per il mondo senza mai riuscire a spiccare o ad ottenere successi significativi.

Diego ha ricoperto anche il ruolo di ct dell'Argentina, guidando la selección durante i Mondiali del 2010 giocati in Sudafrica. L'avventura nella competizione iridata non fu però tra le più memorabili e l'albiceleste, dopo aver passato con molta fatica i gironi, fu eliminata ai quarti di finale dalla Germania che vince con lo schiacciante risultato di 4 a 0 costando anche l'esonero a Maradona.

El Pibe fu molto criticato non solo per l'incapacità di esprimere bel gioco ma anche per le sue decisioni risalenti alla fase antecedente al Mondiale, ossia al momento della comunicazione dei giocatori convocati per la missione in Sudafrica. L'ex campione del Barcellona aveva infatti deciso di chiamare Martin Palermo, all'epoca stella del Boca Juniors, lasciando invece a casa Ezequiel Lavezzi, che in quel periodo era il giocatore più importante del suo amatissimo Napoli. Una decisione che Maradona sembra rimpiangere anche oggi, come da lui stesso dichiarato ai microfoni di AFA Play: "El Pocho (Lavezzi) si presenta con delle scarpe verdi e mi chiede se mi piacciono. Gli rispondo: 'No, se indossi queste con me non ti allenerai'. Poi si presenta con un paio azzurre. Il Pocho è stato l'unico che ho dovuto lasciar fuori dalla lista in Sudafrica. Piangevo per il Pocho. Ma era una questione tra lui e Martin Palermo. Ma al Titan dovevo molto. Beh, anche al Pocho. Però dovevo decidere".

Infine Diego ha raccontato il momento più importante della sua carriera, passato alla storia come "La Mano de Dios": la sua più celebre rete realizzata con la mano in occasione della sfida nei quarti di finale contro l'Inghilterra ai Mondiali del 1986, che permise all'Argentina di continuare il suo cammino verso la vittoria del torneo. Un gesto che ha ispirato film e opere letterarie, rientrando di diritto nel simbolismo del calcio mondiale: "Quando la palla si era alzata mi sono detto ‘Non la prenderò mai, vieni giù per favore. Ho avuto un’idea: mettere una mano e mettere la testa. Quando sono caduto non ho capito dove fosse finita la palla. Guardo: rete! Inizio a gridare: ‘Gol! Gol!” E Checho, quell’idiota di Checho mi chiede se avessi segnato con la mano. ‘Tappati la bocca, idiota, e abbracciami’ gli dissi. Lì iniziarono ad abbracciarmi tutti. Anche Valdano mi chiederà: ‘Non dirmi che è stato di mano’. E gli rispondo lo stesso. ‘Dopo ti dico, smettila di rompere le palle"