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Milan, Montolivo al veleno: “Mi fermo qui. Gattuso non mi voleva, mi obbligarono a cedere la fascia di capitano”

L'ex centrocampista rossonero ha deciso ai appendere gli scarpini al chiodo e svelato diversi retroscena legato alla sua ultima stagione al Milan

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Riccardo Montolivo torna a parlare.

L'ex capitano del Milan ha ripercorso le tappe della propria carriera soffermandosi principalmente sull'ultima stagione in rossonero, un anno da dimenticare sotto ogni profilo. Il centrocampista classe '85 ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo non prima di svelare diversi retroscena verificatesi durante l'avventura finale vissuta al club di Via Aldo Rossi. Le sue parole rilasciate nel corso di una lunga intervista concessa a 'Il Corriere della Sera'.

"Io mi fermo qui. Resto a vivere a Milano con la mia famiglia. Cosa farò adesso non lo so, devo pensarci. Quando Gattuso preferì avanzare Calabria invece di farmi giocare contro la Fiorentina ho capito che il problema non fossi io e che le risposte alle mie domande non sarebbero mai più arrivate. Ho parlato con il tecnico, mi ha detto che i miei dati nei test non erano al livello dei miei compagni. Come sarebbe stato impossibile visto che fino a metà novembre non mi è mai stato concesso di allenarmi con il gruppo. Per giustificare la mia chiamata, poi, Gattuso fece riferimento all'indisponibilità di Brescianini e Torrasi, due Primavera. Quasi dovesse scusarsi. Per me non è successo nulla con Gattuso, ma non so. Non sono riuscito a spiegarmi questa situazione e non ho mai avuto risposte. Eppure, quando sostituì Montella, Gattuso chiamò me e qualche altro giocatore più esperto per chiedere e ottenere il giusto sostegno. Non ero più capitano dall’estate precedente, dopo l’arrivo di Bonucci, Montella e Mirabelli mi dicono che avrei dovuto cedergli la fascia di capitano. Rispondo che non mi sembrava una buona idea, perché il Milan era un grande club, aveva equilibri delicati, altri compagni come Bonaventura avrebbero svolto meglio quel ruolo e comunque la decisione doveva essere presa nello spogliato. Loro risposero che non c’era discussione, era la scelta dell’allora presidente Yonghong Li. Stessa risposta che ebbi da Bonucci".