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Godeas-Mediagol: “A Palermo anno top. Ko Santana? Dico la mia. La Coppa UEFA e il gol allo Slavia Praga…”

GELSENKIRCHEN, GERMANY - MARCH 16: Zlatan Bajramovic of Schalke and Denis Godeas of Palermo go up for a header during the UEFA Cup Round of 16 second leg match between Schalke 04 and US Citta di Palermo at the Veltins Arena on March 16, 2006 in Gelsenkirchen, Germany. (Photo by Christof Koepsel/Bongarts/Getty Images)

L’intervista concessa da Denis Godeas, ex attaccante di Triestina, Messina e Palermo, in esclusiva ai microfoni di Mediagol.it

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Parola a Denis Godeas.

Un bomber oltre la categoria, che all'età di 44 anni non ha ancora appeso gli scarpini al chiodo. L'attaccante ex Udinese, Messina Palermo, infatti, oggi milita in una società satellite della Triestina (club di cui è stato una bandiera) in Promozione, nel duplice ruolo di giocatore e allenatore. Alle spalle una lunga e gloriosa carriera, durante la quale ha messo a segno almeno una rete in tutte le categorie del calcio italiano, ad eccezione fino ad ora della Prima Categoria. Nel capoluogo siciliano, Godeas è rimasto soltanto per pochi mesi, arrivando a gennaio del 2006 e dicendo addio ai colori rosanero a giugno del medesimo anno, ma ha lasciato uno storico segno. Ventidue presenze e quattro reti, tra Serie A e Coppe. Uno dei gol, probabilmente il più importante, quello messo a segno in Coppa Uefa ai sedicesimi contro lo Slavia Praga che contribuì a regalare ai siciliani il pass per il turno successivo, dove furono eliminati dallo Schalke 04.

In un'intervista rilasciata in esclusiva ai microfoni di Mediagol.it, l'attaccante della Triestina Victory ha ripercorso la sua annata in rosanero.

"Ho ricordi positivi, non soltanto calcisticamente. È stata una stagione straordinaria, avevamo tanti campioni in rosa, alcuni dei quali hanno vinto anche il Mondiale. Sono successe tante cose belle in quell'annata. Porto nel cuore tanti ricordi extra-campo, a Palermo mi sono trovato benissimo, è un bell'ambiente e la gente è calorosa. Si tratta di uno dei pochi luoghi in cui ho mantenuto amicizie anche a distanza di anni. Sono felice di seguire il club rosanero, anche se in questo momento non sta purtroppo militando nella serie in cui l'ho lasciato. Palermo però è una piazza importante e tornerà presto tra le grandi. Coppa UEFA? Quando la giochi pensi poco al contesto e all'importanza della competizione, soltanto più tardi te ne rendi conto. Il Palermo di quell'annata era una squadra importante, con un ottimo allenatore e un'ottima rosa. Era un organico ben composto, sono stato molto fortunato ad approdare in rosanero in quella stagione. In quel momento ero poco concentrato a quello che accadeva attorno, pensavo solo a fare bene quello che mi chiedevano. Da giocatore ero molto freddo, per cui ho vissuto quel periodo in maniera serena, anche per questo abbiamo fatto così bene. Eravamo esperti, maturi e motivati, per cui il fattore umano è stato determinante. Slavia Praga? Nella gara d'andata sono subentrato dalla panchina. Mister Papadopulo ridendo mi disse: "Guarda che se entri e non fai gol entro 5 minuti ti tolgo". E feci gol proprio cinque minuti dopo essere entrato. Ho un bel ricordo di quella gara, è stata la migliore in assoluto di quell'anno. Schalke 04? Giocavamo contro una squadra che allora era tra le più titolate ed abbiamo sbagliato veramente poco. Al ritorno il problema è stata l'espulsione di Corini, da lì la gara ha preso un'altra strada, complice il fattore campo. Eravamo molto fiduciosi, il Palermo stava bene fisicamente. Io ho giocato in alternanza con Caracciolo ed entrambi abbiamo disputato una buona gara. La partita era importante, ma regalare la superiorità numerica ad un avversario così forte per quasi 75' è stato decisivo a loro favore. Considerando che eravamo in dieci abbiamo fatto il massimo. Arrivare ai quarti sarebbe stato un qualcosa in più, ma il percorso è stato ugualmente soddisfacente".

Il Palermo, in occasione degli ottavi di Coppa UEFA, raggiunse il punto più alto della sua storia. Oggi, in Serie D, di quella squadra sono rimasti solo Mario Alberto Santana, tornato per riportare i colori rosanero tra i professionisti e attualmente ai box a causa di un infortunio, e Leandro Rinaudo, che svolge il ruolo di direttore tecnico del settore giovanile del club di viale del Fante.

"Il problema dei giocatori talentuosi come Santana - e lui forse è uno dei più forti che siano passati al Palermo nei miei anni - credo sia la condizione fisica. Io ci sono passato, ho giocato in Serie D fino a 41 anni e le problematiche riguardano soltanto il modo in cui si riesce ad allenarsi in età avanzata. Il talento, senza dubbio, non glielo toglierà mai nessuno. Se sta bene, in quelle categorie, può giocare da solo, ma la carta d'identità conta. Bisogna trovare una condizione accettabile per giocare. Chi riesce a giocare fino a quell'età è perché è stato fortunato a non subire infortuni ed è stato bravo a gestire il proprio fisico. Mantenere la condizione e continuare ad allenarsi è difficile, anche a confronto con pochi anni prima. Auguro a Mario di recuperare presto la sua condizione, perché è un giocatore che fa la differenza. Rinaudo? È un gran professionista, lo reputo uno dei più bravi. Ha grandi competenze e, se continua col suo modo di lavorare, al Palermo farà molto bene. La categoria non è ancora adatta alla piazza, ma lavorando bene come è successo a Trieste i risultati si vedranno. Il fallimento per problemi finanziari, purtroppo, può accadere, ma Palermo, in quanto grande piazza e con tanto affetto attorno, ci metterà poco a tornare nei palcoscenici appropriati".

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