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Monza, Brocchi: “Il calcio passa in secondo piano. Mantenere la concentrazione? Ecco il mio segreto”

Il tecnico alla guida del Monza esprime la sua preoccupazione in merito all'emergenza sanitaria mondiale da Coronavirus che ha toccato tutto il Paese

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Cristian Brocchi tra presente e futuro.

Lo stop dei campionati ha inevitabilmente indotto gli addetti al settore calcistico a una riconsiderazione delle aspettative futuro. Tra questi anche il tecnico del Monza, pupillo di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani già ai tempi del Milan, Cristian Brocchi, che sulle pagine rosa del "La Gazzetta dello Sport" e ai microfoni di "RaiSport", ha espresso senza freni il suo stato d'animo in merito al propagarsi dell'epidemia da Coronavirus e, conseguentemente, allo stop forzato dell'intero circus sportivo.

SPERANZE: "Aspetto che arrivino notizie positive sia per il calcio sia per il nostro Paese e per tutto il Mondo. In questo momento le nostre energie e i nostri pensieri devono rivolgersi a chi sta lottando fra la vita e la morte e penso che non bisogna fermarsi al proprio orticello anche se purtroppo in giro vedo che c’è ancora qualche stupido. In questo momento il calcio passa in secondo piano: la vera sfida sarà poter tornare alla normalità. La prima cosa che farò appena esco di casa? Andare a trovare mia nonna che abita a 100 metri da qui è e che non vedo da un po’".

CALCIO E VITA: "La priorità è tornare alla normalità, alla nostra quotidianità, questo è chiaro. Dopo la vita arrivano l’economia italiana e di riflesso anche il calcio. In questa situazione mantenere la forma al 100% è impossibile perché manca il campo e la palla, ma si può tenere una condizione accettabile per quanto ripartiremo. La classifica? In questo momento faccio fatica a parlare di promozioni o assegnazioni. La vittoria più importante sarà nella vita, ci sono tanti italiani che hanno e avranno problemi ad arrivare a fine mese e persino a dare da mangiare ai figli".

ALLENAMENTO: "Mi sto allenando anche io agli ordini dei nostri preparatori: l’obiettivo è mantenere una condizione accettabile. E per i ragazzi può essere uno stimolo in più quello di vedere il proprio allenatore sudare con loro. È un modo per tenere unito il gruppo ora che la distanza potrebbe allentare i legami. Nei ragazzi vedo la voglia e la volontà di lavorare al massimo. Ma anche il torneo di playstation che la società ha organizzato in questi giorni tra giocatori e tifosi è un modo per non perdere l’abitudine alla competizione e alla voglia di primeggiare".