La Lazio, prima della sosta per le Nazionali, esce dal momento di crisi
serie a
Lazio, Acerbi: “Attaccare e difendere tutti insieme, dobbiamo imparare dalla Juventus. Io come Immobile, perché…”
Le parole di Francesco Acerbi, difensore della Lazio
Due match sbagliati contro Roma e Eintracht Francoforte, due débâcle pesanti per i biancocelesti che con l'1-0 contro la Fiorentina riescono a tornare a sorridere in campionato. Torna a sorridere anche Francesco Acerbi, convocato anche in Nazionale dal commissario tecnico Roberto Mancini. Intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel il difensore dei biancocelesti si è detto soddisfatto della chiamata in azzurro e della vittoria ottenuta contro i toscani: "Sono contento per la chiamata in Nazionale. Il lavoro che fai tutti i giorni, cercando sempre di migliorarti, negli alti e nei bassi, anche nelle sconfitte, senza mai mollare, alla fine ti regala queste soddisfazioni. Darò sempre il massimo con la Lazio per conquistare anche la Nazionale. Abbiamo perso dopo 5 vittorie, non è una striscia lunghissima quella delle due sconfitte. La piazza è esigente, giusto così perché ci fa stare sempre sull'attenti, ma non dobbiamo mai essere negativi altrimenti non si va avanti. La Fiorentina sta bene, ha avuto tempo per prepararla, noi lo abbiamo fatto in un giorno. La voglia di lottare e di vincere ci ha permesso di fare il risultato. Soffrendo ma non tantissimo. La Fiorentina attacca, i giovani sono forti. La vittoria è più che meritata. Abbiamo chiuso bene la partita: questo è un punto di partenza, dobbiamo essere umili, anche dietro la linea della palla. Attaccare in undici e difendere in 11, come fa la Juventus. Dobbiamo imparare dai migliori".
"Scontri in area? Non ho avuto paura, ma a volte l'arbitro può decidere se dare o non dare certi rigori. Ha fatto bene Orsato, si trattava di scontri di gioco. Poi se dava rigore su di me, doveva darlo anche su Caicedo. Immobile? Grande attaccante, lo dicono i numeri. Guardo l'impegno, la voglia che ci mette di fare gol. Io ho la stessa voglia di non subirli".
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