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Mutti-Mediagol: “Juventus? Con Dybala e CR7 non puoi fare il gioco di Sarri. L’Inter di Conte fa sul serio, flop Ancellotti a Napoli…”

L'intervista esclusiva concessa da Bortolo Mutti, ex tecnico di Napoli, Atalanta e Palermo, alla redazione di Mediagol.it

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Una vita spesa sui campi di calcio, da quasi trent'anni in panchina ed una carriera di tutto rispetto che gli ha permesso di scrivere la storia del Messina e non solo. Bortolo Mutti, nativo di Trescore Balneario, ha guidato i peloritani tra il 2003 ed il 2006, conquistando una storica promozione in Serie A  ed un settimo posto nella prima stagione dei giallorossi in massima serie. Significativa anche l'esperienza sulla panchina del Palermo: un campionato brillante nel 2001-2002 durante l'era Sensi e una salvezza piuttosto tranquilla nella stagione 2011-2012.

L’ex tecnico di Atalanta e Napoli traccia un ritratto dettagliato sull'attuale situazione del campionato di Serie A. Tanti i temi trattati nel corso di un’intervista esclusiva concessa alla redazione di Mediagol.it: dalla Juventus di Sarri fino al flop di Carlo Ancelotti in terra partenopea.

"La metamorfosi tra tra la Juventus di Allegri e quella attuale di Sarri? La metamorfosi verso uno stile di gioco definito "sarriano" non so se mai avverrà. Lo ha dichiarato lo stesso Maurizio, che ha praticamente alzato bandiera bianca. Penso che sia difficile intraprendere un percorso diverso da quello di Allegri per Sarri: quando si ha a che fare con tanti campioni e si ha bisogno di vincere a prescindere dal bel gioco, la concretezza paga di più. Massimiliano, nei suoi 5 anni, ha lavorato con grande attenzione e cura del risultato, ha saputo consolidare i campioni senza rompere gli equilibri, a volte anche a discapito del bel gioco che si ammirava a Napoli con Sarri alla guida ma che non ha portato a nessuna vittoria i partenopei. Si può far il bel gioco quando non si hanno pressioni particolari ed obiettivi impellenti da raggiungere e i media possono premiarti per questo. In ambienti che hanno esigenze di vincere, preferiscono privilegiare l'ottenimento immediato dei risultati. Se si riesce a conciliare la vittoria con il bel gioco che ben venga. Allegri, secondo me, ha fatto negli anni un lavoro strepitoso aldilà delle finali perse in bianconero. Sarri, invece, ha riscontrato delle prevedibili difficoltà perché, a livello di tifo, ambiente e filosofia della società, si voleva un'evoluzione sul livello di qualità del gioco continuando parallelamente a vincere. Ma quando si hanno a disposizione giocatori come Dybala, Higuain, Cristiano Ronaldo, che han bisogno delle loro libertà tattiche per esprimersi al meglio, in certi contesti si fa fatica ad applicare e far metabolizzare ai fuoriclasse schemi corali rigidi e ben prestabiliti. Antonio Conte vero valore aggiunto dell'Inter? La sua determinazione, applicazione e caparbietà portano ad avere in campo le piccole differenze che fanno conquistare i tre punti. Si vede dai suoi atteggiamenti, dalle sue dichiarazioni che Antonio coinvolge, trascina e fa sul serio. Questa formazione mentale e motivazionale, questo modo di vedere il calcio fa sì che nel gruppo si inneschi un DNA vincente: questa è la bellezza di avere un tecnico con queste caratteristiche. Alle spalle, però, devi avere una società e una struttura che ti sappia sorreggere in certi momenti complicati, che possono derivare da squilibri figli di risultati e prestazioni non sempre brillanti. È un insieme di cose che devono simultaneamente abbracciarsi. In questo momento l'Inter è un grande società: sotto l'aspetto economico è equiparabile alla Juventus e anche a livello tecnico Suning ha saputo accontentare Conte. Adesso l'Inter è nelle condizioni di attaccare la formazione di Sarri, Lazio permettendo. la compagine di Inzaghi è un terzo incomodo qualificato e credibile in ottica Scudetto. 

Il Flop di Ancelotti a Napoli? Probabilmente la situazione è sfuggita di mano. I problemi sono nati dalla questione del ritiro e dalle prese di posizioni dei calciatori anche sul sistema di gioco. Questi momenti ibridi ed  incerti ti spingono ad ottenere risultati insoddisfacenti che non sono d'aiuto in una situazione già conflittuale e precaria. E così, si perdono le redini della squadra. Carlo Ancelotti nella sua rivoluzione tattica aveva bisogno di qualche risultato positivo come è avvenuto in Champions League diversamente dal campionato. Per il cambiamento di cui Ancelotti si è fatto portatore aveva sicuramente bisogno di prestazioni importanti e del supporto costante dei risultati e nello stesso tempo anche di minori resistenze all'interno dello spogliatoio partenopeo. Misure restrittive sul Coronavirus? Quando sussistono questi problemi che riguardano la salute della popolazione del Paese, non si possono prendere provvedimenti difformi, giocare alcune partite e altre no. Io sono propenso alla sospensione del campionato per un periodo tale da superare il picco dei contagi facendo così slittare per intero le rispettive giornate. Creare un cosiddetto "spezzatino" non ha senso. La Svizzera lo ha fatto con tutti i campionati. Quando però il problema è serio e grave e degenera, bisogna salire sulla stessa barca e remare dalla stessa direzione. Ognuno deve fare il proprio dovere con coscienza e non avallare decisioni discutibili per trarre vantaggi personali".