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Juventus, Tardelli ricorda la strage dell’Heysel: “Sconfitta del calcio, la UEFA ci ha obbligato a giocare”

L'ex centrocampista della Juventus, Marco Tardelli, ha ricordato la tragedia dell'Heysel, avvenuta trentacinque anni fa

Mediagol52

Il ricordo di Marco Tardelli.

Oggi si ricorda il 35° anniversario della strage dell'Heysel, una delle pagine più tragiche mai accadute nella storia del calcio e dell'umanità: prima del fischio iniziale della sfida tra la Juventus e il Liverpool, valida per la finale di Champions League, morirono 39 persone tra cui 32 di nazionalità italiana.

A ricordare quel terribile episodio è intervenuto Marco Tardelli, titolare con la maglia bianconera quella sera, che ai microfoni di Rai 2 ha sottolineato come i giocatori non avevano alcuna voglia di scendere in campo dopo l'atroce indicente: "Era iniziato tutto bene poi sono arrivati i tafferugli. Noi eravamo negli spogliatoi senza sapere quale fosse bene il problema. Abbiamo cercato di calmare i tifosi della Juve che erano nella tribuna dove sono nati i tafferugli. Alla fine si sono calmati. La gara non si doveva giocare ma le regole UEFA dicevano altro. C’è stato qualcosa di superiore alla vita umana. E’ stata una sconfitta del calcio e dello sport. Non è mai stata per me una vittoria. E’ una delle pagine più nere della mia carriera".

Nella giornata di ieri il ministro per le politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora, ha annunciato che i campionati potranno finalmente ripartire, e sono state comunicate anche le date: la Serie A ripartirà il 20 giugno, mentre per la Serie B bisognerà attendere altri sei giorni, ossia il 26. Anche Tardelli ha espresso la sua opinione in merito alla decisione di far ripartire il calcio italiano: "Vedo molto lavoro per il Ministro Spadafora che dovrà ancora impegnarsi per il rilancio del sistema. Il calcio deve essere riformato, che guardi alla base, che protegga le categorie più deboli. I gol in chiaro? Spero che si riesca a farlo e che si appianino le polemiche".

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