"L’avventura era al capolinea, ma il mercato stava chiudendo e pensavo che sarei rimasto. La società ha deciso di rescindere, per me non è stato facile però avevo voglia di cambiare".
serie a
Juventus, Marchisio: “La verità sul mio addio. Dybala? Dispiace vederlo lontano dalla porta. CR7 e Allegri…”
Le dichiarazioni rilasciate dal centrocampista dello Zenit San Pietroburgo, che in estate ha lasciato Torino e la Juventus
Parola di Claudio Marchisio. Lo scorso 17 agosto, a sorpresa, il centrocampista originario di Torino ha rescisso il contratto che lo legava alla Juventus, chiudendo la propria carriera in bianconero con 389 presenze, 37 gol e 42 assist, 7 scudetti, 4 Coppa Italia e 3 Supercoppa Italiana.
Nel mese di settembre, poi, il classe '86 ha scelto di firmare un contratto di due anni con lo Zenit San Pietroburgo, dove veste la maglia numero 10. Intervistato ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport', Marchisio è tornato a parlare della sua esperienza in quel di Torino e dell'arrivo alla corte di Massimiliano Allegri di Cristiano Ronaldo. Ma non solo...
"Con il senno di poi si potrebbe dire: ci sono stati tanti infortuni a centrocampo, magari avrei avuto spazio. Ma sarebbe stato sbagliato rimanere, non avrei retto un altro anno come l’ultimo. Dopo il brutto infortunio al ginocchio del 2016 non ho avuto altri problemi fisici. Speravo in qualche possibilità in più, ma ho sempre messo il gruppo davanti al singolo. Io ho dato tanto, ma anche la Juve mi ha dato tanto. Non ho rimpianti - ha dichiarato -. Nel calcio, come nel lavoro e in amore, ci sono tanti modi per chiudere le storie. Alla fine mi considero fortunato per ciò che ho avuto. Ho perso due finali di Champions ed un Europeo, ma sono felice di aver vinto 7 scudetti. Ricordo quando firmai il primo contratto con Andrea Agnelli, erano anni in cui arrivavamo sempre settimi. Gli dissi: 'Spero che tu non voglia essere uno dei pochi presidenti che non ha vinto nulla, così come io non voglio essere uno dei pochi juventini a non aver vinto nulla'. Mi sono sempre arrivate tante offerte sia dall’estero che dall’Italia, per me la squadra importante oltre alla Juve è sempre stata il Milan. Però non sarei mai andato in un altro club italiano".
DYBALA E CR7 -"Dybala? Paulo ha un dono innato e mi spiace vederlo così lontano dalla porta. Anche la Juve ne beneficerebbe. Ricordo la sua prima partita con la Juventus: Supercoppa con la Lazio, entrò e gli dissi 'Stai vicino all’area che segni’. Lui fece gol. Ha una facilità di tiro incredibile. Se CR7 è davvero un marziano? Lavora tantissimo, cura molto ogni aspetto della preparazione. È un esempio. Ha un fisico atipico per un calciatore, sembra più un centometrista. Vidal, Pogba, Pirlo, Marchisio: era il centrocampo più forte del mondo? Era una gran bella sfida con quello del Barcellona. Avevamo estro, corsa e fisicità. È stato un onore giocare con loro: la genialità di Andrea, l’esperienza mia, l’esuberanza di Vidal e la spensieratezza giovanile di Paul".
ALLEGRI E NON SOLO -"Nel rapporto con Allegri qualcosa si era rotto? Non abbiamo mai litigato, però dopo l’infortunio aveva altre priorità e non mi vedeva più come prima. Io gli chiesi fiducia e continuità, ma lui ha fatto altre scelte. Da chi ho imparato di più? Tutti mi hanno lasciato qualcosa. Deschamps mi diede tanti consigli, con Prandelli ho iniziato a segnare tanto. Ringrazio Conte non solo per ciò che mi ha insegnato sugli inserimenti ma per il carattere. Con la sua determinazione è stato una guida", ha concluso Marchisio.
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