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Juventus, De Ligt: “Felice di essere qui, club dalla grande fama. Sarri? È ‘olandese’, svelo perché”

Le dichiarazioni di De Ligt sulla sua esperienza alla Juventus

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Matthijs De Ligt si racconta.

Il giovane difensore olandese è approdato alla Juventus a luglio scorso dopo avere dato mostra delle sue qualità tra le fila dell'Ajax. Concorrenza sbaragliata e ben 75 milioni di euro versati nelle casse degli olandesi per un acquisto di prospettiva. Una grande gioia per il classe '99, che in questa stagione ha collezionato con la maglia bianconera 26 presenze e due reti e non vede l'ora di tornare in campo. In palio, infatti, c'è ancora il titolo nazionale, la Coppa Italia e la continuazione del percorso in Champions League.

"Adesso è molto meglio, ovviamente. All’inizio - racconta De Ligt in un'intervista a TuttoSport - potevamo allenarci solo in piccoli gruppi e non potevamo toccarci e, sì, era più difficile e più brutto. Nei giorni scorsi è stato molto bello tornare a lavorare normalmente, poter giocare con gli altri ragazzi, trovarci tutti insieme sul campo. La Champions League la vedo lontana. Anche l’anno scorso con l’Ajax perdevamo spesso la prima partita e ribaltavamo tutto nel ritorno. Dovremo giocare al meglio, ma non è il momento di pensarci. Adesso c’è la Coppa Italia, che è il nostro primo obiettivo. Poi il campionato, e vogliamo vincere anche quello. Poi ci concentreremo sulla Champions. Se giocheremo bene in Coppa Italia affronteremo meglio il campionato e poi saremo lanciatissimi per la Champions. Quindi intanto vinciamo la Coppa, poi vediamo".

Ancora vividi i primi momenti alla Juventus e nessun dubbio sulla possibilità di lasciare l'Italia. "Il primo sentimento è stata la felicità. Mi ha comprato la Juve, uno dei più grandi club al mondo. Appena arrivato sono partito per l’Asia, mi sono reso conto dell'importanza di questo club. Trovavo tifosi in qualsiasi parte del mondo. La fama della Juventus è immensa. Tutto diverso rispetto alla vita all’Ajax. La prima differenza è la dimensione internazionale del club. Poi l’accoglienza dei compagni, un gruppo eccezionale. Sono stati subito carini e disponibili, tutti, nessuno escluso. Mi hanno fatto sentire parte di una famiglia. Sono molto felice alla Juventus. Mi sono reso conto che nell’ultimo periodo, senza il calcio giocato, qualcuno ha inventato un po’ di cose sul mio conto. Sono felice di allenarmi ogni giorno con giocatori straordinari, ho la costante sensazione di migliorare giorno per giorno e quindi sono contento".

E sui compagni: "Ovviamente c’è Ronaldo, ma non lo nomino, perché tanto tutti sanno chi è e cosa sa fare. Allora dico che ce ne sono altri che mi hanno colpito: uno è Dybala, che ha una tecnica sbalorditiva. L’altro, e forse. A qualcuno potrebbe suonare strano, è Bentancur, ha qualità tecniche davvero sorprendenti. Ha un grande futuro davanti. CR7 è un professionista stupefacente. Il migliore della sua generazione, uno dei migliori di sempre. Un enorme esempio per i giovani come me, non che in questa Juventus manchino esempi, ma lui è davvero particolare. Provo sempre a migliorare il mio modo di giocare guardandolo, anche negli allenamenti è pazzesca l'intensità che ci mette e ti chiedi se ha davvero 35 anni. È esigente. Vuole vincere sempre e per vincere devi avere ottimi compagni. Vogliamo dimostrargli che siamo all'altezza. Forse sarebbe meglio dire che è stimolante".

"E’ strano e allo stesso tempo fantastico giocare con Buffon. Potrei essere suo figlio, ha 42 anni. Se lo vedi giocare pensi che ne abbia trenta e qualche cosa, non 42. Quando parliamo non si sente mai questa differenza di età. E’ così un bravo ragazzo e un campione straordinario e disponibile. Continuo a imparare da lui. Sarri? Un tattico, molto attento a quell’aspetto e con un’idea di calcio estremamente precisa. Vuole costruire dal basso, più o meno come ero abituato all’Ajax. Si può dire che è molto “olandese”, anche se rimane forte la sua italianità. Si potrebbe dire che lui è la via italiana al calcio totale degli olandesi".