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Juventus, Bonucci e quelle intercettazioni con gli ultras: “Io al Milan? Facciamo due chiacchiere e vi spiego…”

Il "Corriere della Sera" ha reso note alcune intercettazioni telefoniche che vedono protagonista il difensore della Juventus dopo il suo ritorno in quel di Torino

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Nuovi retroscena sul rapporto tra Leonardo Bonucci e gli ultras della Vecchia Signora.

L'edizione odierna del "Corriere della Sera" ha reso note alcune intercettazioni telefoniche che vedono protagonista proprio il difensore della Juventus. Nell'estate del 2018, infatti, quando l'esperto centrale classe 1985 è tornato in quel di Torino dopo un anno al Milan, la Polizia ha deciso di mettere sotto controllo i telefoni intestati allo stesso calciatore.

Era agosto e la Digos aveva già avviato l'indagine "Last Banner" che portò all'arresto di dodici tifosi bianconeri per la questione biglietti. A quel punto, gli agenti temevano che Bonucci potesse ricevere pressioni dagli ultras in seguito al suo ritorno alla base. Da quelle intercettazioni, andate avanti per venti giorni, non venne fuori nulla di penale, ma solo sei telefonate che rendevano l’idea dell’aria che tirava all'epoca in casa Juventus.

Il 9 agosto 2018, in particolare, Bonucci al telefono con un amico svelò come era stato accolto dai vecchi compagni di squadra. "Lui rispose che gli italiani, nello specifico Barzagli, Marchisio e Bernardeschi, sono molto freddi con lui", dichiarò la Digos, che poi spiegò come Bonucci si sia subito preoccupato di contattare i capi ultras, al fine di evitare una contestazione diretta alla sua persona.

Di seguito, un messaggio inviato dal difensore a Fabio Trinchero, uno dei leader dei "Viking" e tra i ventinove indagati dell'inchiesta "Last Banner".

"Mi farebbe piacere quando torno dall’America, fare due chiacchiere per spiegarti come effettivamente sono andate le cose".

"Con un confronto si possono aggiustare le cose", è stata la risposta di Trinchero. Parole che fecero subito intuire che tra le parti in questione poteva tornare la pace. Tuttavia, la contestazione continuò. Ma i fischi diretti a Bonucci erano solo un pretesto.

"Mi ha detto che 'non è per te, ma ti usano come pretesto per attaccà la società, per il caro biglietti, il caro abbonamenti, striscioni, tutta sta roba'", svelò lo stesso Bonucci in un'intercettazione del 25 agosto, dopo aver parlato con un tifoso della curva.

Infine, un'interessante intercettazione di un dirigente della Juventus.

"Ai giocatori non si riesce a spiegare il perché della protesta. Fra i giocatori, Giorgio (Chiellini) potrebbe capire, ma agli altri... Uno come Leo (Bonucci), se gli scatta l’ignoranza è capace che ce lo troviamo in uno dei bar loro (gli ultras, ndr)".