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LE DICHIARAZIONI

Juventus, Allegri su Dybala: “È divino, ma si è sentito come Messi”

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Dal nuovo ciclo in bianconero all'addio di Paulo Dybala: le dichiarazioni rilasciate da Massimiliano Allegri

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"Giocare bene è un concetto relativo, astratto. Tutti vogliono farlo, ma alla fine ci si ricorda solo della rovesciata fatta da Ronaldo a Torino, non di com'è venuta fuori l’azione. Chi vince non potrà mai giocare male, però chi gioca bene e perde viene criticato perché non arriva il risultato". Lo ha detto Massimiliano Allegri in una lunga intervista rilasciata ai microfoni di Dazn ad un "giornalista" speciale: Andrea Barzagli. Diversi i temi trattati dal tecnico della Juventus tra presente e futuro: dai punti fermi del prossimo ciclo, alle prestazioni offerte nel corso di questa stagione da Paulo Dybala. Ma non solo...

"Quando sei in campo non c'è un metodo unico per vincere: bisogna avere giocatori molto bravi, metterli nelle giuste condizioni e dargli un'idea. Poi dipende dalle caratteristiche del giocatore, ma soprattutto dal Dna della società, altro elemento che non puoi cambiare. Quando sei in una grande squadra devi vincere. Quindi un metodo lo devi trovare e ogni anno è diverso dall’altro. La leadership o ce l’hai o difficilmente ti viene ad una certa età. In questo gruppo Chiellini è stato importante, come anche te (riferimento a Barzagli, ndr), com'è stato importante anche Gigi e Marchisio, parlando degli italiani. Per il futuro abbiamo già due leader, De Ligt e Locatelli. Manuel è stato un ottimo acquisto e potrà essere il futuro capitano della Juventus, ha le caratteristiche tecniche e morali per stare qui tanti anni. Quest'anno è stata una piacevole sorpresa Danilo: quando parla non è mai banale e mette davanti la squadra. Un vero leader è silenzioso, deve parlare poco e deve mettere sempre davanti la squadra. E se fai così è la squadra che ti riconosce come leader", le sue parole.

SU VLAHOVIC - "Anche Dusan può essere un leader a modo suo. È leale, vuole sempre vincere, diventerà un leader carismatico in campo a livello caratteriale. Con che modulo giocheremo l'anno prossimo? Potremmo vedere una Juve con due ali... La Juventus era una sfida. Volevo vincere insieme alla società e ai tifosi, insieme a tutti. Volevo tornare insieme alla Juventus per vincere in Italia e fare bene in Europa. Milan, Inter e Napoli ci sono arrivate davanti in classifica, ma non ci erano superiori. Se non abbiamo mai vinto negli scontri diretti vuol dire che ci è mancato qualcosa sotto l'aspetto caratteriale o della gestione".

DYBALA -"Paulo deve tornare ad essere se stesso, c'è stato un momento in cui si è fatto trascinare dal fatto che era il nuovo Messi. Un giocatore non può emulare o pensare di essere come un altro. Ha ancora tanto da dare perché ha qualità tecniche straordinarie e gioca in modo divino, ma deve tornare a concentrarsi sulle sue qualità fisiche e tecniche. Mi emoziono ancora se penso alle annate trascorse con grandi giocatori che mi hanno insegnato e dato tanto. Ho allenato campioni come Cristiano Ronaldo, Ibrahimovic, Ronaldinho, Robinho, Cassano, Seedorf, Pirlo e Buffon, che è stato un fuoriclasse, a parte quando si metteva in porta e non si buttava... Con loro ho avuto anche degli scontri, ma il campione non è quello che esce dallo spogliatoio, sconsolato, e chiama il procuratore, ma quello che tira fuori l'orgoglio, ti dimostra che è ancora un campione e così in campo vince le partite. L'unico che mi è mancato di allenare è Messi", ha concluso Allegri.

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