In estate ha scelto di lasciare ancora una volta il Sassuolo e di accettare la corte della Fiorentina.
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Fiorentina, Boateng si racconta: “Ero una testa di c***o e vi spiego perché. Juventus? Se vinciamo…”
Le dichiarazioni rilasciate dall'attaccante della Fiorentina, approdato alla corte di Vincenzo Montella nel corso della sessione estiva di calciomercato
Stiamo parlando di Kevin-Prince Boateng. Il calciatore originario di Berlino, dopo la breve e poco fortunata esperienza in prestito al Barcellona, lo scorso 31 luglio ha firmato un contratto che lo legherà alla società di Rocco Commisso per i prossimi due anni, fino al 30 giugno 2021.
Diversi, dunque, sono stati i temi trattati dal classe 1987, intervistato ai microfoni de 'La Repubblica': dalla sfida in programma sabato pomeriggio allo Stadio "Artemio Franchi" di Firenze contro la Juventus di Maurizio Sarri, ai diversi errori commessi nei primi anni della sua lunga ed importante carriera.
"Juventus? Penso solo a vincere. So quanto è importante questa partita e se vinciamo, per una settimana mangiamo tutti gratis. So già in quali ristoranti andare. Mi attende qualche bistecca alla fiorentina gratis. Si può fare tutto in 90 minuti. Io ho vinto una coppa contro il Bayern con l’Eintracht. Serve la giornata perfetta per noi e quella meno buona per la Juve, che ha fuoriclasse anche in panchina. Chiesa? È felice, ha capito che rimane qua. E’ giovane, lo capisco: ci sono tante voci su grandi squadre e un po’ puoi risentirne, ma lui deve fare benissimo qui. È fortissimo e vuole giocare l’Europeo. Lo vedo tranquillo e, se non lo è, lo metto a posto io. Ribery? Sta da Dio. Ci conosciamo da dieci anni, ci capiamo perché siamo simili su tante cose", sono state le sue parole.
GLI ERRORI - "Non ho preso il calcio come un lavoro. Ero una testa di cazzo, avevo talento ma mi allenavo giusto un’ora in campo. Stavo fuori con gli amici, ero il re del quartiere. Ho comprato tre macchine in un giorno quando ero al Tottenham: Lamborghini, Hammer e Cadillac. Cercavo felicità nelle cose materiali, ne ho comprate tre per essere felice tre settimane. Sono cresciuto giocando in strada a Berlino, il mio era un quartiere pericoloso, ma lo amo perché mi ha insegnato tante cose nella vita. All’epoca pensavo che fosse il paradiso, poi ho scoperto che era duro e triste. Ogni tanto ci torno: trovo persone felici per me e altre gelose perché ce l’ho fatta. Solo due amici mi sono rimasti accanto, gli altri li ho persi, fanno una vita diversa dalla mia. Il calcio mi ha salvato da tutto questo. La Nazionale? Mi dicevano che non avrei trovato spazio nella Germania. Sapevo chi ero nel 2010: nessuno era più forte di me. Avevo una testa diversa, cercavo il confronto con gli allenatori. In Germania vogliono più disciplina, io sono andato in cerca delle mie origini. E ora so chi sono e da dove vengo. Ora la più grande cazzata che posso fare è quando supero il limite di 50 km/h in macchina. A 55 mi sento già pazzo...", ha concluso Boateng.
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