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Dybala a 360°: “Palermitani incredibili, per sempre grato alla città. Juventus? Adesso voglio la Champions”

Le parole della Joya bianconera tra passato, presente e futuro

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Paulo Dybala tra passato, presente e futuro.

Nonostante la sua strada e quella del club di Viale del Fante si siano divise nella stagione 2014/15, Paulo Dybala, non dimentica la sua esperienza al Palermo. Per descrivere la sua importanza nella storia della società rosa, basta semplicemente guardare il suo score: 21 reti in 89 presenze. Una crescita graduale, quella della Joya: approdato cinque anni fa a Torino per sposare l'ambizioso progetto della Juventus. Ed è proprio ripercorrendo quegli anni che il numero 10 bianconero ha voluto raccontarsi nel corso di una lunga intervista rilasciata ai microfoni di "Junior Reporter", tra aneddoti passati e sogni per il futuro. 

"La storia di "El Petrino" non la ricordo perché ero molto piccolo, però penso che quello a cui sono maggiormente affezionato è "U Picciriddu" perché a Palermo tutti mi chiamavano così e la gente mi trattava in una maniera incredibile. È stato il primo anno che sono arrivato in Italia, non era facile per me, ci sono stati tanti cambiamenti. Devo ringraziare la gente di Palermo per avermi accolto così".

L'attaccante ha poi spiegato la sua esultanza: "Io sono un appasionato dei gladiatori e vedevo spesso come nei momenti di difficoltà questi gladiatori si mettevano la maschera e così l'ho associato un po' alle mie partite a calcio. Molte volte ci troviamo in momenti di difficoltà, anche se è quello che amiamo attraversiamo anche dei momenti difficili e per questo ho pensato di esultare a ogni gol con questa maschera. Mi piace il messaggio che posso mandare alla gente, non solo  a quelli che giocano a calcio".

Dybala si è infine soffermato sull'importanza di indossare la maglia numero 10: "È molto importante, c'è tanta responsabilità. C'è tanto lavoro, però sono orgoglioso di poterlo fare. Il giorno che la Juve mi ha chiesto di poter indossare questo numero così importante per la storia di questo club, non è stato facile decidere perché ovviamente sapevo tutto quello che portava dietro questo numero. Quello che però dico sempre è che al di là del numero, lo stemma che c'è davanti è più importante e più difficile da portare perché ci viene chiesto sempre di più e dobbiamo essere sempre pronti a farlo per questa squadra. Segnare all'Allianz Stadium? È un'emozione unica, molto bella, è una sensazione di soddisfazione incredibile. Noi lavoriamo tantissimo per raggiungere quel risultato, per poter vincere e festeggiare con voi. Alla fine quello che vogliamo fare noi attaccanti è segnare, quindi siamo lì con la testa a pensare a come festeggeremo, a come esulteremo. A volte è difficile trovare una parola per descrivere l'effettivo momento perché sono tante emozioni messe insieme e sono di pura gioia".

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