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PALERMO, ITALY - MAY 24: President Maurizio Zamparini (L) and Paulo Dybala of Palermo pose before the Serie A match between US Citta di Palermo and ACF Fiorentina at Stadio Renzo Barbera on May 24, 2015 in Palermo, Italy. (Photo by Tullio M. Puglia/Getty Images)
Colpo di mercato messo a segno dall'allora direttore dell'area tecnica rosanero Giorgio Perinetti, Paulo Dybala, ha scritto pagine calcistiche memorabili con la maglia del Palermo del patron Zamparini. La coppia d'attacco formata dalla "Joya" insieme al "Mudo", Franco Vazquez, è stata certamente tra le più spettacolari e prolifiche della storia recente rosanero. L'attaccante argentino, oggi alla sua settima stagione con la maglia bianconera della Juventus, ha rilasciato un'intervista al magazine di moda L'Officiel, con sede in Arabia Saudita. Di seguito, le sue dichiarazioni.
CARRIERA -"Essere un giocatore è sempre stato il mio sogno sin da quando ero bambino: ho iniziato sui campi di calcio in Argentina e non ho mai smesso. Non c'è un momento preciso perché anche mia mamma mi dice sempre che giocare a calcio era una cosa che facevo da quando ero molto giovane. Le stagioni giocate finora? Il mio viaggio è iniziato fin da piccolo, dai campi di calcio di Cordoba in Argentina. Poi ho avuto l'opportunità di venire a giocare in Europa, un sogno per me. Sono arrivato in Italia al Palermo e poi alla Juventus dove sono ormai alla settima stagione, ho vinto Scudetti, Coppe Italia e Supercoppe. Sono felice di aver segnato oltre 100 gol, ma ho ancora molti obiettivi da raggiungere e realizzare nella mia carriera da giocatore".
L'ISPIRAZIONE - "Non sono mai stato veramente ispirato da nessuno nella mia carriera di calciatore, ho sempre cercato di crescere e guardare con rispetto a tanti campioni, ma ho sempre cercato di migliorarmi. Anche se quando ero piccolo mio padre mi portava sempre ad allenarmi ed era per me fonte di ispirazione".
IL SOPRANNOME "LA JOYA" - "Significa gioiello: mi è stato dato per la prima volta in Argentina a Laguna Larga da un giornalista che mi ha visto giocare nell'Instituto, la mia squadra. È un soprannome che mi piace. Inoltre posso aggiungere che in Italia la parola suona proprio come gioia, felicità, ma in realtà significa gioiello. Poi a Palermo mi hanno anche assegnato il soprannome "Picciriddu", che significa ragazzino".
GLI EMIRATI ARABI - "Ci sono stato diverse volte sia come turista che per alcune importanti partite di calcio. Amo viaggiare, vedere posti nuovi, conoscere nuove culture. Sarò felice di tornare presto. L'intera area del Medio Oriente mi affascina".
FUTURO - "Vivo sempre guardando al futuro e pensando agli obiettivi che vorrei raggiungere; essere un giocatore importante della Juventus e crescere come persona, come uomo. Ho ancora tanti obiettivi da raggiungere sia nella mia squadra che in Nazionale. Amo suonare per il mio paese, mi fa sentire più vicino alla mia terra, alle mie origini. Certo che sogno di vincere un Mondiale, così come vorrei vincere la Champions League. Lavoro ogni giorno per ottenere questi risultati".
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