La voglia di Ashley Young.
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Inter, Young: “Vivere questo club è fantastico, il derby contro il Milan è stato memorabile”
L'esterno difensivo dell'Inter ha parlato della sua passione per il calcio e del suo arrivo in Italia
Questa sera l'Inter sarà impegnata nella sfida con il Ludogorets, valida per il ritorno dei sedicesimi di Europa League: dopo la vittoria per 1 a 0 dell'andata, a San Siro i nerazzurri dovranno soltanto mantenere il risultato e non subire reti per raggiungere gli ottavi di finale.
A poche ore dalla gara l'esterno difensivo dell'Inter, Ashley Young, è intervenuto ai microfoni ufficiali del club, parlando della sua passione per il calcio e del suo sogno, realizzato, di diventare un calciatore professionista: "Da bambino ho sempre avuto l’ambizione di diventare un calciatore professionista. A 10 anni, quando la consulente della mia scuola mi ha chiesto che opzioni avessi per il mio futuro, le ho detto che avrei giocato a calcio. Lei mi ha domandato se avessi un piano B, la risposta è stata no, a quel punto sono uscito dalla stanza. Ecco l’ho vista un paio di anni fa e le ho detto ‘le avevo promesso che sarei diventato un calciatore professionista, ho dato tutto ed ora lo sono diventato'".
La sua lunga carriera tra i professionisti iniziò al Watford nel lontano 2003: "Al Watford quando avevo 16 anni mi dissero che non ero abbastanza alto, che ero troppo piccolo e invece di offrirmi la borsa di studio per due anni me la offrirono part time: andavo a scuola e poi mi allenavo due volte a settimana con i ragazzi che erano lì a tempo pieno. Non è stato facile, ero lì da quando avevo 10 anni, ma ho voluto dimostrare a tutti che si sbagliavano, sono entrato come riserva nell’Under 18 e dopo un anno mi hanno offerto il mio primo contratto da professionista. Da giovanissimo ero attaccante e il mio idolo era Ian Wright. Giocava nell’Arsenal che era la squadra che tifavo ed è stato il mio punto di riferimento, volevo segnare e vincere come lui, avere la sua stessa passione".
Sul suo ruolo preferito: "Nella mia carriera ho saputo cambiare e reinventarmi diverse volte. Ho iniziato come attaccante, proseguito con esterno e alla fine mi sono ritrovato terzino. Anche perché ho avuto allenatori che hanno capito che avrei potuto ricoprire diverse posizioni in campo. Ovviamente per poterlo fare c’è bisogno di intelligenza calcistica e doti fisiche".
Infine sul suo arrivo in Italia e sulla nuova avventura con la maglia dell'Inter: "Ho sempre visto partite del campionato italiano, da quando ero bambino, e mi ha sempre incuriosito, mi sono chiesto se un giorno avrei avuto l’opportunità di giocarci e adesso sono qui. Vivere questo Club giorno dopo giorno è fantastico e la mia speranza è di contribuire al suo successo. Penso ai calciatori che hanno vestito questa maglia e ai trofei che questa società ha conquistato e vorrei far parte di questa grandissima storia. Avendo giocato 14 anni in Premier League ho portato qui la mia esperienza. Il campionato italiano è più tattico, ma il mister e lo staff ci hanno aiutato molto a integrarci, poi i tifosi sono eccezionali, anche nel Derby di Milano ci hanno sostenuto dal primo all’ultimo minuto, è stato memorabile. Ince? Ricordo quando arrivò all’Inter, i tifosi lo adoravano. La passione che metteva in campo e la sua voglia di vincere erano incredibili".
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