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Fiorentina, Iachini: “Ripresa allenamenti? Serviranno tanti tamponi, scoppierà un putiferio”

Il tecnico della Fiorentina ha espresso la sua opinione circa la possibilità di riprendere gli allenamenti in gruppo

Mediagol52

Il parere Beppe Iachini.

Mantenendo l'andamento positivo delle ultime settimane l'Italia potrebbe riuscire, i primi giorni di maggio, a passare alla "fase 2" dell'emergenza Coronavirus, ossia quella della "convivenza": oltre alla riapertura di numerose attività e la possibilità di ritornare a spostarsi con relativa libertà se dotati di adeguate misure di sicurezza (quali l'indossare guanti e mascherine), la fine della quarantena permetterebbe agli atleti quantomeno di allenarsi nuovamente all'interno delle strutture adeguate.

Una possibilità che sarebbe concessa anche ai giocatori e per tale ragione i club di Serie A, attualmente l'unica categoria che sembra poter rispettare tutti i parametri imposti dalla FIGC, sta cercando di attrezzare i propri centri di allenamento per ospitare nuovamente i propri tesserati. Un'idea a cui non sembra molto favorevole Beppe Iachini, tecnico della Fiorentina, il quale ai microfoni di Sport su Rtv38 ha espresso la sua perplessità nell'attuare tali misure, sia da un punto di vista meramente strutturale sia dal punto di vista economico:

"Protocollo FIGC? Prima vorrei dire che non è facile in questo momento parlare di calcio, sentendo ogni giorno di morti ed ammalati. Serve un pensiero a tutti i medici, gli infermieri e le persone che fanno andare avanti la nostra vita. C'è da togliersi il cappello e ringraziarli sentitamente. Parlando di calcio, c'è questo comunicato: noi faremo quel che si desidera, anche perché il nostro movimento è fatto di grandi interessi economici, ma anche di appassionati e tifosi, un qualcosa che ci può far tenere compagnia alle persone costrette in casa. Questo però solo in sicurezza, per la salute di tutti: in primis non ci sarà modo di allenarsi nella maniera consueta, ma si dovrà fare a piccolissimi gruppi. I giocatori che hanno manifestato il virus, o l'hanno avuto o risulteranno avere certe problematiche, non potranno neanche allenarsi a ritmi elevati, con intensità da atleti. Si scopre che l'infezione va a toccare vene, si rischia il cuore e c'è rischio di trombosi. Andranno fatti accertamenti, visite d'idoneità e tamponi. Qui apro una parentesi e la chiudo: in un momento in cui si fa fatica a trovarli, voglio proprio vedere che putiferio scoppierà. Ci si allenerà a tre alla volta, i centri sportivi dovranno avere più stanze, tenendo al massimo tre atleti in ogni spogliatoio. Non so quanti ce ne siano con queste caratteristiche in Italia. Poi, i calciatori e lo staff dovranno rimanere isolati in un hotel per 45 giorni, senza che nessuno entri ed esca, quindi fino al campo su un pullman sanificato... Non ci può essere contatto, e nelle prime settimane bisognerà fare in questa maniera. Chi ha avuto il virus, poi, dovrà andare a bassi ritmi".

Attualmente l'ipotesi più quotata è quella di tornare a giocare, ma tassativamente a porte chiuse per non mettere a rischio la salute dei tifosi e dei calciatori: "Le squadre del Nord non potranno rimanere nei loro centri sportivi, dovranno trasferirsi. C'è da trovare stadi in cui far giocare le partite... Queste questioni riguardano altre persone, ma a livello tecnico e tattico dico che non siamo a livello di allenamenti ideale. Ci sono tante piccole cose che fanno migliorare il lavoro sia individualmente che di reparto, e queste non potremo farle".

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