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Fiorentina, Borja Valero: “Posso ancora dare tanto, mi allenerò come un bambino. Chiesa e l’Inter…”

Le dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa dal centrocampista spagnolo

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Nella giornata di ieri l'ufficialità: Borja Valero è un nuovo giocatore della Fiorentina.

Classe 1985, il centrocampista spagnolo ha scelto di tornare a Firenze dopo l'esperienza con la maglia dell'Inter, indossata per ben tre stagioni e con la quale ha collezionato 100 presenze e 5 gol. Diversi dunque sono stati i temi trattati dal calciatore originario di Madrid, che nel corso della sua carriera ha già vestito la maglia viola dal 2012 al 2017, presentato questa mattina in conferenza stampa. Di seguito, le sue dichiarazioni.

"Sono molto felice di essere qui, ringrazio tutti per l'accoglienza. Oggi voglio dire solo cose felici. Il momento dell'addio lo voglio lasciare lì. E' stato un modo molto triste per dire addio, per come sono andate le cose. Fra i numeri liberi abbiamo scelto il 6 con Alvaro: è il giorno in cui è nato lui. Ringrazio anche l'Inter che mi ha portato in una squadra importante dove ho passato anni felici. Il ricordo più bello? Siamo stati vicini a vincere qualcosa anche se è stato un peccato non riuscirci. Nella mia carriera ho vissuto bei momenti ma non ho mai vinto e sarebbe stata la ciliegina sulla torta", ha spiegato.

FUTURO -"Per venire qui si è parlato di tante cose. Ancora mi sento di dare tanto in campo, mi allenerò come un bambino per giocarle tutte, poi sarà un problema del mister ed accetterò tutte le sue scelte. Per la mia esperienza potrò dare una mano alle persone che arrivano dall’estero e ai più giovani. Potrò aiutare tutti, poi a fine carriera vedremo. Oggi me la sento ancora di giocare. Voglio essere un compagno in più per i giocatori. E voglio conquistarmi l'affetto della gente giocando bene ora e non per i ricordi. Io penso di essere un giocatore valido per il club e voglio dimostrarlo a chi non è convinto che il mio ritorno è positivo. Non voglio essere d’esempio per nessuno. Ho avuto diverse offerte, dove mi offrivano più anni e più soldi, ma il cuore non si può cambiare. L’unica opzione era quella di tornare qui".

RUOLO E NON SOLO -"Quando arrivai la prima volta ci fu una rivoluzione, approfittammo di un momento in cui le milanesi non erano al massimo, peccato che il quarto posto non valeva la Champions League. Speriamo di replicare quelle situazioni, sarebbe un miglioramento per tutti i giocatori. Io regista? Si, posso farlo. All’Inter ci ho giocato spesso, posso giocarci perfettamente, anche se poi deciderà il mister, ho molto rispetto per lui. C’è grande competizione a centrocampo, farà la differenza questa cosa perché tutti si alleneranno al massimo per giocare la domenica. Il livello in allenamento si alzerà molto".

DA CHIESA A RIBERY - "Quando sono andato via Federico era un bambino, anche se si vedevano le potenzialità. Nel momento mio più difficile qui, quando non riuscivamo a vincere, lui è stato bravo a darci una mano. Ha avuto una crescita grande qui ed in Nazionale. Mi auguro abbia un futuro grandissimo. Ribery? Allenarsi con campioni così è unico, c’è solo da imparare anche alla mia età. Abbiamo una bella rosa, ancora devo conoscerli bene. Gli attaccanti? Per aiutarli al meglio mi devo allenare un po’ con loro, per conoscere da dentro le loro caratteristiche. Commisso? Oggi è arrivato, ha parlato con tutta la squadra. Ancora non ci ho potuto parlare personalmente perché sono venuto subito qui. Avremo tempo per conoscerci meglio", ha concluso.

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