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Fiorentina, Benassi: “Consapevoli delle nostre potenzialità. Astori è una presenza fissa, questa tragedia…”

Fiorentina, Benassi: “Consapevoli delle nostre potenzialità. Astori è una presenza fissa, questa tragedia…”

Il centrocampista viola analizza il nuovo modo di giocare della squadra, e racconta il vuoto che ha lasciato la scomparsa di Davide Astori

Mediagol40

Procede a gonfie vele la preparazione della Fiorentina in vista della gara contro l'Udinese, in programma domenica 2 settembre alle ore 18:00.

Una sfida in cui i viola, imbattuti nelle ultime quattro partite di Serie A contro i bianconeri, metteranno in risalto gli schemi e le idee del tecnico Stefano Pioli. Un gioco nuovo, solido e concreto che si porta dietro una particolarità: quella di tenere meno il pallone tra i piedi.

Un vero e proprio cambio di mentalità, dettato anche dalla diversa costruzione della squadra. Sulle novità e i cambiamenti proposti dal club fiorentino si è espresso il centrocampista Marco Benassi, intervenuto ai microfoni de 'La Nazione': "Facciamo meno possesso palla, questo è vero, ma dipende un po’ dalle situazioni. Per il resto torno al concetto della qualità: se ne hai tanta davanti, devi trovare il modo di farla fruttare. Ecco, diciamo che a livello d’impostazione siamo più convinti della nostra potenzialità".

Difficile, se non impossibile, dimenticare la tragica e scomparsa di Davide Astori.: "Davide è una presenza fissa. Io ho l’armadietto vicino al suo, la maglia con il suo nome è una compagna di viaggio, tutti i giorni. Davide è con noi, il nostro impegno è quello di rispettare sempre i suoi valori. Era stato il primo a credere alla rinascita della Fiorentina dopo l’inizio del nuovo ciclo, nessuno di noi può dimenticarli. Quel giorno ci crollò il mondo addosso, se ripenso a quella mattina mi vengono ancora i brividi, ognuno di noi reagì a modo suo e potete immaginare le scene. Ma rabbia non è la parola giusta: tanta amarezza, tanto amore e rispetto per Davide".

"Per noi - ha continuato il classe '94 -, è stata un’esperienza devastante, ma tutto questo ha permesso al gruppo di fortificarsi. Avevamo di fronte due strade: restare nel dolore o cercare di ripartire proprio per mettere in pratica i valori che Davide ci aveva insegnato. Abbiamo scelto la seconda strada, quello che è successo lo abbiamo visto".