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Francavilla-Mediagol: “Esultanze e abbracci in Juventus-Inter? Dico la mia. Lega B coerente, mi fa arrabbiare che…”

L’intervista esclusiva concessa dal dottor Cristian Francavilla, componente della Commissione medico scientifica della Lega di Serie B, alla redazione di Mediagol.it

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Nonostante le norme cautelativa e di prevenzione per fronteggiare l'emergenza Coronavirus fossero già state ampiamente diramate dagli organi governativi, le scene di esultanza all'insegna di abbracci, baci e contatti fisici reiterati, nel corso del big match scudetto tra Juventus ed Inter, hanno destato interrogativi e perplessità nell'opinione pubblica. La sfida dell'Allianz Stadium, disputata a porte chiuse proprio per evitare assembramenti tra tifosi ed ulteriori potenziali focolai di contagio del virus, è stata di fatto l'ultima gara di Serie A disputata primo dello Stop imposto a tutti i campionati. La delicata questione relativa ad effetti e ripercussioni della pandemia da Coronavirus nel mondo del calcio è stata oggetto di approfondimento nel corso dell'interessante intervista esclusiva concessa dal Dottor Cristian Francavilla, Professore associato e Docente di Medicina dello Sport all'Università Kore di Enna e componente della Commissione Medico-Scientifica della Lega Nazionale Professionisti di Serie B, alla redazione di Mediagol.it.

"Esultanze con abbracci e baci nel corso di Juventus-Inter? Per sgravare atleti e tutti i protagonisti in campo da specifiche colpe e responsabilità, ci tengo a dire che purtroppo è davvero pesante e complesso parlare oggi di calcio a quei livelli. Dietro a tutto lo sport professionistico, c'è tutto un altro mondo che non si vive direttamente e molto spesso passano idee, concetti e priorità che sono un po' particolari. Io sono sempre stata una persona moderata ed equilibrata, però inserita all'interno di un contesto emotivo particolare, in uno stadio con la mia squadra che sta vincendo o perdendo, dovendo tifare e caricarmi, vi posso garantire che ho conosciuto una parte di me stesso che sinceramente ignoravo potesse esistere. Dunque, non si può pensare che Dybala, dopo aver realizzato un gol di quella fattura e peso specifico contro una rivale storica non esultasse con massimo trasporto: non si possono gestire gioia ed euforia, razionalmente non si possono proprio gestire. Non sta al sottoscritto dire se hanno sbagliato o meno a giocare quel match. Io giustifico i giocatori perché nella foga agonistica, assieme a medici, allenatori, fisioterapisti, si confondono in un comprensibile trambusto emotivo figlio di un momento particolare. Cosa può realmente essere capitato non si può dire, ma il Ministero della Salute ci informa che dobbiamo evitare il contatto troppo ravvicinato e tra le altre cose fanno anche riferimento ad un  eventuale contatto vicino forzato,  gli atleti non dovrebbero neanche urlare a mezzo metro l'uno dall'altro. E poi, come si fa a stare un metro distante da un avversario se lo si deve marcare? O nell'occasione della battuta di un calcio d'angolo? Quindi, o si giocava o non si giocava. Il presidente della Lega Nazionale Professionisti di Serie B  Balata, che io ringrazierò all'infinito per la mia crescita personale, ha scelto di seguire sempre tutte le prescrizioni dei decreti ministeriali e dunque seguire alla lettera quello che diceva il Governo. La Serie B è stata criticata per aver fatto inizialmente proseguire il campionato senza problemi ma non è stato così, perché dietro quella scelta delicata c'era in atto un lavoro logistico e decisionale. Poi, infatti, il campionato cadetto è stato sospeso in blocco. Ma vorrei sottolineare che non è una contesa di posizioni e vedute tra la Lega A e la Lega B, sostengo da sempre che non ci può essere la medicina di destra e quella di sinistra, o si è medici o non lo si è. In tutto ciò, la Lega B ha tolto a noi della commissione ogni responsabilità. Poiché costituisce ragionevolmente una responsabilità dire "Si gioca non succede nulla". Così come lo è dire "Non si gioca perché potrebbe accadere l'inevitabile". Non ritengo sia stato chiesto a nessuno di provare a compiere tentativi impossibili: è stato solo raccomandato alla gente di stare a casa quanto più possibile, per evitare il contagio, anche perché c'è una grossa fetta di popolazione che vive questa situazione molto male. Tra le altre cose la diffusione del virus non si è ancora arrestata, e forse il picco di contagi ancora deve arrivare, ed è proprio per questo, che io mi arrabbio nell'apprendere le modalità e le contingenze per le quali migliaia di persone sono giunte in Sicilia dal settentrione ed  un numero altrettanto rilevante ha lasciato il Nord del Paese arrivando in Puglia. Soggetti in grande maggioranza provenienti dalla Lombardia che purtroppo rappresenta il principale focolaio italiano. Mi arrabbio anche con le linee aree che sono state soppresse soltanto dopo tre settimane. Non si tratta mica di campanilismi o rivalità cittadine, non si sta giocando una partita di calcio. Adesso al primo posto deve essere posta la salute dei cittadini. Non si deve arrivare a perdere i propri cari prima di poter intervenire con tempestività ed efficacia".