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Francavilla-Mediagol: “Calcio e Coronavirus? Stop doveva essere immediato, spiego perché. Quando seguivo i calciatori del Palermo…”

L’intervista esclusiva concessa dal dottor Cristian Francavilla, componente della Commissione Medico-Scientifica della Lega di Serie B, alla redazione di Mediagol.it

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Sette anni da Responsabile dell'Area Sanitaria dell'U.S. Città di Palermo in cui ha prestato la sua opera professionale con competenza, passione a massimo scrupolo, denotando encomiabile dedizione alla causa della società siciliana. Riferimento medico e umano imprescindibile per il calciatori che hanno vestito la maglia rosanero durante il suo mandato, il dottor Cristian Francavilla ha condiviso con dirigenti, staff tecnico e personale del club di viale del Fante un percorso brillante ed intenso, all'insegna di collaborazione, sinergia e rispetto dei ruoli. Statura professionale di alto lignaggio, quella corroborata nel tempo dall'attuale Professore associato e Docente di Medicina dello Sport all'Università Kore di Enna, il quale si pregia tutt'oggi del prestigioso incarico di componente delle Commissione Medico-Scientifica della Lega Nazionale Professionisti di Serie B. Il mondo del calcio, come tutti gli ambiti sociali ed esistenziali della nostra quotidianità, è stato sconvolto dall'emergenza sanitaria mondiale legata alla diffusione del Coronavirus. Il dottor Cristian Francavilla ha concesso un'intervista esclusiva alla redazione di Mediagol.it nel corso della quale analizza nel dettaglio la delicata e spinosa questione.

"Coronavirus e lo stop del calcio? Anche qui purtroppo io passerò per anticostituzionale, passerò per quello che parla troppo, però, il problema è il seguente: se io medico sportivo so che il Ministero della Salute afferma "la via primaria della contaminazione sono le goccioline del respiro, definite esattamente così, e sono quelle che si manifestano con la vaporizzazione durante uno starnuto, con un colpo di tosse o con la saliva, io che ho vissuto per 8 anni il mondo del calcio professionistico, posso di conseguenza dire che palestre, impianti al chiuso, strutture, campionati e tutto ciò che gira intorno agli atleti, dovevano essere immediatamente bloccati. Purtroppo, tutti sappiamo che l'attività sportiva agonistica porta a una particolare condizione di immunodeficienza da stress fisico. Nel periodo in cui ero più attivo in questo settore, ovvero quando seguivo direttamente i calciatori del Palermo, per prevenire queste forme influenzali le ho provate tutte, sono arrivato al punto di somministrare degli integratori naturali o prodotti naturali, omeopatici e probiotici, che potevano ridurre il numero dei raffreddori all'interno degli spogliatoi, che normalmente su 28 persone ne colpiva solitamente 14/15. Senza ovviamente conteggiare i calciatori che avevano bimbi già frequentanti le scuole. In questo caso, i problemi non solo li avevo dentro il nucleo della squadra, ma bisognava gestire anche tutti i soggetti correlati che giungevano dall'esterno. proprio  un bambino poteva appunto fungere da veicolo per un virus. E a volte, anche un semplice raffreddore per un calciatore, che ha dei momenti particolari che sono ben catalogati nella nomenclatura della medicina dello sport  come 'open window, rischia di diventare un problema spinoso. Si tratta di finestre temporali e contingenti particolari in cui l'atleta, per via dello stress motorio e atletico, subisce un calo del sistema immunitario che lo induce fisiologicamente ad essere predisposto al contagio".