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Coronavirus, Cannavaro: “Fa male vedere l’Italia soffrire tanto, non mollate! Adesso serve la stessa unità del 2006”

KASHIMA, JAPAN - APRIL 07:  Coach Fabio Cannavaro of Guangzhou Evergrande looks on prior to the AFC Champions League Group H match between Kashima Antlers and Guangzhou Evergrande at Kashima Stadium on April 7, 2015 in Kashima, Japan.  (Photo by Masashi Hara/Getty Images)

L'ex difensore della nazionale, tramite una lettera a The Player's Tribune, mostra tutto il dolore e la vicinanza nei confronti dell'Italia

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In un momento molto delicato per tutta la penisola, gli eroi calcistici del passato incitano ad una forte reazione d'orgoglio.

Fabio Cannavaro, glorioso capitano della nazionale del 2006, tramite una lunga lettera a The Players' Tribune, scritta direttamente dalla Cina, primo focolaio del Coronavirus e dove lo stesso ha vissuto la sua quarantena, ha invitato gli italiani a non mollare e a lottare con grinta contro il Covid-19: "Ciò che succede al nostro Paese in questo momento mi fa venire ansia, mi fa male. Non posso descrivere quant’è brutto vedere l’Italia soffrire così tanto - racconta il campione del mondo- vedere così tante persone morire. Mi dispiace tanto per tutte le persone che sono state colpite e soprattutto per chi ha perso dei cari. Nessuno è immune a questo virus - prosegue Cannavaro - Eppure quando scoppiò l’epidemia in Cina, pensavo che noi italiani saremmo stati a posto. Pensavamo 'tanto, non mi tocca'. Qui in Cina ho iniziato la quarantena qualche settimana fa: avevano gestito la SARS in passato, perciò sapevano cosa fare. In Italia non avevamo mai affrontato un'emergenza del genere".

"Fortunatamente ci sono anche dei momenti in cui tiriamo fuori l’orgoglio e questo spesso succede nei momenti difficili quando la posta in palio è davvero alta - ha proseguito il tecnico del Guangzhou Evergrande -.  Nel 2006 in tanti pensavano che lo scandalo Calciopoli ci avrebbe distratto. Ma l’atmosfera nella squadra è sempre stata buona e questo è stato fondamentale. In un momento così critico non potevamo permetterci di essere egoisti. Tutti contavano allo stesso modo. Avevamo anche un grande leader, Marcello Lippi, che ci ha fatto stare bene dandoci degli stimoli importanti. Appena atterrammo in Germania praticamente già ci dimenticammo dello scandalo e non vedevamo l’ora di scendere in campo. Spesso mi si chiede perché l’Italia ha vinto quel mondiale. Non l’abbiamo vinto perché siamo stati fortunati. L’abbiamo vinto perché eravamo la squadra più forte e perché ci abbiamo creduto. Ora all’Italia serve quello stesso spirito di tenace unità. Nessuno è Superman, ma quando stiamo insieme, possiamo fare qualsiasi cosa. Italiani, teniamo duro", ha concluso Cannavaro.