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Napoli-Barcellona, i tormenti di Gattuso: “Cosa penso alla vigilia? I mesi di Palermo e tutte le difficoltà…”

Il tecnico della compagine partenopea è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della sfida di Champions League contro i blaugrana

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Rino Gattuso si proietta alla sfida contro il Barcellona di martedì sera.

Il Napoli affronterà i blaugrana nella gara valida per l'andata degli ottavi di finale di Champions League, un match che per i partenopei vale una stagione dopo una prima parte di campionato davvero pessima. Il tecnico della compagine azzurra, intervenuto in conferenza stampa, ha parlato della gara del "San Paolo" e su come i suoi proveranno a fermare Lionel Messi.

"Se alla vigilia di questo match ho richiamato il Gattuso giocatore che di big match ne ha giocato tanti? Stamattina mi sono svegliato come tutti i giorni, ho bevuto il caffè preparato da mia moglie e sorseggiandolo ho ripensato a tutto ciò che ho fatto insieme ai miei uomini, a Riccio e Innocenti. Ho pensato a Sion, a Palermo, a Creta e ai due anni di Pisa, alle difficoltà e criticità avute in questo percorso e a tutti i sacrifici che abbiamo fatto per arrivare a giocarci una gara così importante. Ho chiamato il Gattuso allenatore, non quello giocatore, con tutte le problematiche avute. E pure se non ci siamo arrivati noi qui, come gruppo di lavoro, ce lo siamo meritati. Affrontiamo una grande squadra e ringrazio Ancelotti e la squadra perché io non ho fatto nulla e mi ritrovo ad affrontare questa gara. C'è l'emozione, da due giorni smanettiamo col mio staff, è vero che mancano tanti giocatori ma con Setien sono tornati grandi. Con Valverde riconquistavano dopo 11 secondi, ora dopo 6 secondi, non dobbiamo pensare solo al loro possesso, ma anche alla riconquista e servirà attenzione soprattutto quando teniamo palla perché ti aggrediscono e rischiamo grosso se non facciamo le cose al meglio! Messi? Ho letto gabbia, non gabbia, ma noi dobbiamo giocare di collettivo. Messi è un grande, pure Insigne lo ha detto e lo è da anni. Il migliore per come ha vissuto tutta la sua carriera, parliamo di un esempio mondiale soprattutto per i bambini; sempre perfetto e importante per lo sport. L'unica anomalia è essersi fatto crescere la barba, per farti capire (ride, ndr). Fa cose impensabili ma da anni è il più grande di sempre".

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