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Roberto Lipari: “Io attapirato per il Palermo, lo voglio in Serie A col Catania”

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Le dichiarazioni rilasciate da Roberto Lipari, comico palermitano e nuovo conduttore di Striscia la Notizia insieme a Sergio Friscia

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Esordio dietro al bancone di Striscia la Notizia per Roberto Lipari. L'attore e comico originario di Palermo, già inviato del noto tg satirico lo scorso anno, insieme a Sergio Friscia - altro palermitano doc - condurrà il programma di Antonio Ricci fino al prossimo 11 dicembre. "Tutte le cose successe nella mia carriera c'è stato un momento in cui le ho sognate. E' vero che parliamo di una piccolissima carriera, quindi non è la regola, però per adesso va così. Sono cresciuto a pane e Ficarra e Picone, andare dietro quel bancone era un'ambizione che c'è sempre stata. Però se due anni fa mi dicevi che oggi sarei stato qui, ti rispondevo che era impossibile. Uno può sognarlo, immaginarlo, ma poi non sa se e quando avviene. E' stata una bellissima sorpresa", ha dichiarato Lipari, intervistato ai microfoni di 'PalermoToday'.

Diversi i temi trattati. "Sergio Friscia? Partiamo dallo stesso bagaglio culturale. Siamo cresciuti in un ambiente simile, anche se tra noi ci sono 19 anni di differenza. Sono due Sicilie diverse diciamo, ma è proprio quello che funziona. Sergio racconta una parte della Sicilia, io ne racconto un'altra, sono mille le sfaccettature. Sergio poi è una persona fantastica, io dico sempre che quello là sotto non è tessuto adiposo, ma tutto apparato cardiaco. Ha un cuore enorme e questo suo essere buono mi aiuta. Lavorare con persone di cuore è una grande fortuna - ha proseguito -. Che intendo quando parlo di due Sicilie diverse? Partiamo dal presupposto che non ce n'è una migliore o peggiore. Sergio racconta la Sicilia coloratissima, perché è cresciuto quando la speranza regnava sovrana. Io sono nato nel '90 e appartengo a un'altra generazione. Quando fecero saltare in aria Falcone e la sua scorta, a Capaci, io ero a pochi chilometri da lì. Avevo due anni, ero in macchina con mia madre, andavamo a Castellammare. Ho vissuto una Sicilia fatta di 'chissà se a domani ci arriviamo', 'il futuro per i giovani non c'è', perciò abbiamo generato due modi diversi di fare comicità. La sua è gioia pura, come quella che c'è negli occhi di un bambino, io invece appartengo a una comicità di reazione, quella da usare per superare un momento difficile, quando sai di essere in difficoltà e ci ridi su. Perciò qualsiasi notizia, anche la più brutta, può diventare comicamente raccontabile".

E quel sogno nel cassetto. "Da quando ho fatto il film preparo spesso il discorso per l'Oscar. Pupi Avati, quando mi premiò a Eccezionale Veramente, mi raccontò che lui scriveva sempre un discorso per l'Oscar. Allora ho iniziato anch'io. Lo aggiorno sempre. Chissà, magari un giorno Sophia Loren dirà di nuovo 'Roberto'. Io il discorso ce l'ho. Per cosa dovrebbero darmi il Tapiro? Perché il Palermo è in Serie C. E' vero che siamo secondi, ma io lo voglio in Serie A, con il Catania. Attapirato per il Palermo, senza alcun dubbio", ha concluso Lipari.

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