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Melfi-Catania 3-3: il trampolino si trasforma in burrone

Una vittoria nelle ultime sette partite, sette gol subiti nelle ultime tre giornate in cui gli etnei hanno affrontato tra le altre ultima e penultima della graduatoria. Numeri emblematici di una squadra in crisi almeno di risultati, perchè se è...

Redazione

Una vittoria nelle ultime sette partite, sette gol subiti nelle ultime tre giornate in cui gli etnei hanno affrontato tra le altre ultima e penultima della graduatoria. Numeri emblematici di una squadra in crisi almeno di risultati, perchè se è vero che il Catania senza la penalizzazione sarebbe quarto in classifica, è altrettanto innegabile che un periodo così negativo non può e non deve essere sottovalutato. Anche in quel di Melfi, contro una squadra certamente non imbattibile, gli etnei hanno mostrato deficit nella costruzione di gioco e nella fase di non possesso, trovando per due volte il vantaggio e facendosi in entrambi i casi recuperare in maniera molto ingenua.

Un problema mentale in primis perchè ancora una volta è stato l'approccio e l'interpretazione dei novanta minuti ad essere criticabili. Sicuramente gli episodi hanno condizionato la sfida, soprattutto la capacità di non parare mostrata da Bastianoni, ma inutile ridurre tutte le difficoltà di Musacci e compagni a singoli inconvenienti. Il Catania ha giocato male. I gol sono arrivati perchè la difesa del Melfi è davvero mediocre e qualunque palla spedita negli ultimi venti metri poteva diventare un'occasione ghiotta. Ecco perchè il rammarico dei tifosi rossazzurri cresce ulteriormente, acuito poi dalle dichiarazioni a fine gara che ancora una volta sottolineano la buona prestazione dei protagonisti in campo.

Quello che doveva essere un magnifico trampolino per un girone di ritorno entusiasmante si è rivelato invece un burrone che ha provocato solamente un tuffo nel vuoto. Foggia, Lupa, Benevento e Melfi; quattro gare che hanno consegnato appena quattro punti, e che forse hanno messo definitivamente la parola fine alle speranze di promozione del Catania. Un girone di ritorno votato con ogni probabilità al sacrificio ed alla pazienza, quella che dovranno possedere i tifosi per poi proiettarsi verso la prossima stagione; oltre all'analisi della gestione Pancaro, tecnico che oggi sembra aver un po' perso le redini della squadra.

Sarebbe sbagliato però pensare che tutte le difficoltà derivino solamente dal fattore tecnico. Purtroppo a scendere sul rettangolo verde sono pur sempre esseri umani, e inevitabilmente anche l'extra campo ha una sua valenza. Ci riferiamo ovviamente al capitolo cessione societaria, visto che nel corso della settimana appena finita è intervenuto il direttore Bonanno insieme all'avv. Abramo per chiarire la situazione. Quale sarà il prossimo proprietario del Catania ancora rimane un'incognita, e proprio questo aspetto potrebbe essere una delle variabili impazzite quando si parla di lavoro sereno e programmazione. Tanti nodi da sciogliere dunque, in un campionato che comunque sarebbe potuto essere ancora più complicato di così. Per questo motivo è inutile piangersi a dosso, è vero se il Catania soffre in Lega Pro un colpevole c'è, ma non ha senso puntare il dito contro i giocatori o lo staff tecnico del corso appena iniziato.