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Catania, Pulvirenti: “Epilogo doloroso, con Finaria non sarebbe fallito. Serie A…”

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Le parole dell'ex patron rossoazzurro, tornato a parlare relativamente al recente fallimento del club etneo scomparso dalla Serie C

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Parola a Nino Pulvirenti.  Ha fatto la storia portando il Catania a successi memorabili in Serie A, ad un passo dall'Europa, nonostante un epilogo poco felice. Sarà sempre ricordato, nel bene e nel male, il Catania di Pulvirenti, gestione piena di alti e bassi che ha poi segnato l'inizio della fine del calcio etneo. Intervistato ai microfoni de La Sicilia, Pulvirenti ha detto la sua relativamente al recente caos societario che comportato l'esclusione del Catania dal campionato di Serie C e la sua definitiva scomparsa.

Ecco, di seguito, le sue dichiarazioni: "L'epilogo è stato particolarmente doloroso per tutti, ovviamente anche per me. In premessa, non temendo smentita, posso dire che con Finaria il Catania non sarebbe mai fallito, si era intrapresa la strada del concordato in continuità proprio per scongiurare i rischi legati all'esposizione debitoria, comunque compensata dal patrimonio immobiliare. Lo stretto controllo assicurato da questo percorso avrebbe salvaguardato la società. Così oggi il Catania sarebbe ancora vivo e vegeto, pronto a continuare la sua straordinaria storia, con o senza di me. Nella primavera del 2020 si parlava sempre dei 50 milioni di debiti, sbandierati, da qualcuno con un preciso obbiettivo… quello di rappresentare una condanna definitiva, e che voleva a tutti i costi questo club gravemente indebitato, dimenticando volutamente di precisare che in contrapposizione a questi debiti c'era Torre del Grifo Village, che a bilancio, e non secondo fantasia, di milioni ne valeva  65. Il Catania era l'unica società ad avere un simile patrimonio immobiliare in tutto il panorama calcistico italiano e questa rappresentava un’assoluta novità.  Fin dal 23 luglio 2020, purtroppo, ero sicuro che la vicenda si sarebbe risolta così, per me era scontato, considerando un piano industriale estremamente lacunoso e approssimativo. Speravo di sbagliarmi, purtroppo non mi sbagliavo ma i controlli non spettavano a me".

IL RICORDO PIÙ BELLO

"A coronamento di un lavoro preparatorio intenso condotto fin dal 2004, abbiamo conquistato la Serie A in due anni invece dei tre previsti. La stagione più bella? Faccio una riflessione più ampia: dal 2006 al 2014, il Catania ha vissuto nell'èlite del calcio nazionale un'unica fantastica stagione durata otto anni, portando lustro alla città, trainandola sul piano economico e sociale, guadagnando passo dopo passo una reputazione e una visibilità internazionale semplicemente inimmaginabili in precedenza. Parlavano di noi in termini entusiastici in Europa, in Sudamerica e ovunque interessasse il calcio italiano, quindi in tutto il mondo. Emergeva un modello Catania, ben oltre il record di punti che arrivava puntuale, c'era la percezione diffusa, nelle personalità di spicco del calcio italiano e continentale, che quella nostra macchina fosse tanto bella e semplice quanto affidabile. Erano entusiasti delle nostre impostazioni tecniche, del modello gestionale, dei prodigiosi risultati economici, del nostro stile umile ma fiero, adeguato all'importanza del contesto. Questa era la vera ricchezza, questo fu il vero trionfo, era la prova delle potenzialità del sistema-Catania, composto da società, squadra e città, ad altissimi livelli. Nel 2013 divenni inoltre consigliere federale e fu un'ulteriore investitura, non per me ma per il Catania che funzionava a meraviglia".

LA VITTORIA PIÙ SIGNIFICATIVA

"Torre del Grifo Village, un autentico patrimonio per il territorio nonché volano per la crescita d'immagine e sportiva, l'asset moderno per eccellenza che assicurava patrimonializzazione e opportunità di sviluppo, il luogo d'incontro tra i catanesi e il Catania, il centro che ha toccato l'apice di 5000 iscritti. Ricordo ancora gli sguardi e le parole dei dirigenti delle istituzioni calcistiche e di tanti club tra i più importanti, estasiati dopo aver visitato il nostro centro sportivo. Tra centinaia di aneddoti, ne scelgo uno che riguarda la visita del commissario tecnico dell'Italia campione del mondo, Marcello Lippi. Dopo aver visto i campi, la sede e tutte le altre strutture dovevamo ancora raggiungere l'albergo per completare il tour e in attesa di farlo disse che un complesso così poteva portare tanti punti a una squadra, nel corso di una stagione, però era un peccato che non avessimo pensato almeno a una foresteria... arrivammo giù, dovevate vedere la sua espressione meravigliata e gioiosa quando vide le suite, le camere dell'hotel della prima squadra, il ristorante, la mensa, le sale meeting e la foresteria che accoglieva i ragazzi del settore giovanile. In quel momento pensai che forse un giorno non gli sarebbe dispiaciuto, lavorare sotto l'Etna. Ho sentito qualcuno affermare che Torre del Grifo è sovradimensionato ed è fuori circuito, con tutto il rispetto, è una tesi assurda, basta conoscere la storia della struttura e soppesarne le potenzialità. Abbiamo ospitato negli anni e con continuità club provenienti dall'America, dall'Oceania e dall'Asia, tante squadre di Serie A per ritiri invernali, Nazionali giovanili come Italia e Belgio Under 21, molte formazioni europee di buon nome, addirittura grazie alla versatilità assicurata dalle palestre e dagli ampi spazi a disposizione anche squadre di ciclismo: l'appetibilità dello sport resort Torre del Grifo non è legata alla categoria in cui milita il Catania ma all'eccellenza funzionale del centro, ai vantaggi del clima e del posizionamento geografico, sei nel cuore del Mediterraneo, ad un'ora di volo da Roma, due da Milano. Certo, per produrre utili, la struttura deve essere tenuta in perfetta efficienza e quindi continuamente manutentata, devi avere i contatti, devi saper fare rete, devi essere un manager, devi vivere di questo, devi essere un professionista". 

 

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