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Catania-Palermo, R. Sorrentino: “Tiferò rossazzurro, Stefano no. Rispetto tifosi rosa”

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Le parole dell'ex portiere rossazzurro, Roberto Sorrentino, in vista dell'attesissimo derby tra Catania e Palermo

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Poco più di ventiquattro ore e sarà Catania-Palermo, match valido per la diciottesima giornata del Girone C di Serie C, in programma domani al "Massimino". Alla vigilia dell'attesissimo derby di Sicilia, al "Renzo Barbera", andrà in scena il "Pre-Derby del Cuore": evento benefico mirato a raccogliere fondi per sostenere la città di Catania dopo i nubifragi dello scorso ottobre. A difendere i pali dei padroni di casa e della formazione ospite ci saranno rispettivamente Stefano e Roberto Sorrentino: papà e figlio, rispettivamente di fede rosanero e rossazzurra. A parlare a poche ore dal fischio d'inizio della speciale gara del "Barbera" è proprio l'ex portiere etneo, intervenuto ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com. 

“E’ una gara di beneficenza. Parteciperanno alcuni ex del Catania e del Palermo con attori e personaggi del mondo dello spettacolo. Ritornare in Sicilia è sempre un piacere - ammette Roberto Sorrentino - così come l’essere chiamato a far parte degli ex di un certo prestigio. E’ anche curioso il fatto che dall’altra parte ci sarà mio figlio Stefano in porta. Derby in famiglia quindi, ma sottolineo soprattutto l’importanza dell’iniziativa, sono ben lieto di partecipare come ho sempre fatto in queste occasioni. Ritorniamo a dare due calci al pallone, dai”.

"Sono 15-16 anni che non faccio una partitina, - prosegue Sorrentino - non ho più l’età per fare l’atleta. Anche perchè qualche chiletto di troppo ce l’ho, per lo più sono reduce da un infortunio al ginocchio. Certamente non rivedrete il Roberto Sorrentino di 30 e passa anni fa. Ma l’iniziativa, ripeto, è importante. Se poi giocherò 20, 30, 50 minuti è un altro discorso. Ci sarà in campo anche qualche uomo dello spettacolo quindi c’è la possibilità di lavorare meno (ride, ndr)”.

Inevitabile la parentesi relativa al derby vero e proprio tra Catania e Palermo: “Speriamo di rivedere le tifoserie a livelli più importanti. Intanto al Catania è andata bene con l’iscrizione. Non era squadra da primo posto ma poteva ambire ad una classifica ottima in chiave playoff. Adesso fa i conti con la penalizzazione ed è importante mantenere la categoria, con la speranza che prima o poi la situazione debitoria si risolva e possa ritornare il sole anche a Catania. La classifica dice che il Palermo parte con i favori del pronostico ma ne ho giocati tanti di derby, non solo siciliani ed è sempre brutto partire da favoriti. Tante volte succede che i pronostici vengano sovvertiti, non so il motivo ma capita spesso. Al di là del risultato mi auguro che ci sia una sorta di gemellaggio ipotetico, che sancisca una pace. Fermo restando che è giusto che ci sia una rivalità perchè ognuno fa il tifo per la propria città e squadra. Purtroppo io non posso assistere al derby allo stadio, ero stato invitato dall’avv. Ferraù ma sono legato all’organizzazione dell’evento di beneficenza. L’importante è che sia un’ottima partita. Avrà sicuramente i risvolti di rivalità, campanilismo, nervosismo però l’essenziale è che emerga lo spirito giusto e si possa assistere ad uno spettacolo importante. Il Catania è in difficoltà ma, al di là della classifica, la salvezza principale deve essere quella societaria per i rossazzurri”.

Mio figlio - conclude Sorentino - chiaramente è stato capitano del Palermo e tiferà per i colori rosanero, io invece fui capitano del Catania e quindi tiferò per la squadra di Baldini. Mi piace sottolineare però che quando andavo a giocare a Palermo c’è sempre stata una forma di rispetto perchè io non mi sono mai permesso di offendere i tifosi del Palermo. Potevo anche diventare portiere del Palermo ma io da capitano del Catania non lo ritenni fattibile. E poi in un derby ricordo che fui colpito da una pietra, vincevamo 3-1 sotto il diluvio, la gara finì 3-3 ma sul 3-1 potevo fare la sceneggiata di farmi sostituire per avere la certezza della vittoria. Fu bravo il Palermo a pareggiare, qualcuno mi disse che mi sarei dovuto fare sostituire per poter vincere ma io credo che lo sport vada onorato. Non sarebbe stato giusto vincere a tavolino per un taglietto sul ginocchio. Questo gesto probabilmente all’epoca rimase nei pensieri dei tifosi palermitani ed è nata una stima reciproca. Io giocavo contro il Palermo e venivo sommerso da applausi, andavo verso la curva in campo e venivo applaudito. Sono bei ricordi, alla fine la serietà paga, io ho sempre fatto il professionista, ero il capitano del Catania ma portavo tanto rispetto per i tifosi del Palermo”.

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